Vince Tsipras, il racconto di una vittoria non preannunciata. Syriza al 35% si appresta a formare il nuovo governo. Ecco dunque la sfida di Tsipras. C'è spazio, nelle maglie del memorandum, per delle politiche di sinistra?

(ATENE) Come fu per i referendum, ribaltati pronostici e sondaggi. «I sondaggisti sono degli assassini», ha sbottato a un certo punto della serata di domenica Pános Kamménos, l’enorme leader di Anexartitoi Ellines, i nazionalisti greci dati sotto la soglia di sbarramento e che invece con 10 parlamentari rendono possibile dar vita al governo Tsipras bis. Che avrà la stessa maggioranza dell’uscente, ma senza i dissidenti di Syriza, loro sì fuori dal parlamento: questo è il verdetto delle urne.

 

risultati del voto in Grecia

Non c’è stato il testa a testa con Nea Demokratia (quasi identica la distanta con Syriza rispetto alle elezioni di gennaio). Syriza è sopra il 35, Nea Demokratia al 28. Terzi i neonazisti di Alba dorata, anche loro più o meno stabili. A crescere un po’ di più è il Pasok che però è sempre al 6 per cento, irrilevante, sfumato ogni scenario di grande coalizione.

 


Il commento di Giulio Cavalli sulle elezioni greche

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Non è ancora mezzanotte quando Tsipras sale sul piccolo palco allestito a Plateia Klathmonos, nel centro di Atene. Poche parole e un abbraccio, con Kamménos, appunto, che per la folla che li circonda – si percepisce dagli sguardi – è un estraneo, così distante, di destra, ma anche lui «è duro a morire», come dice Tsipras di Syriza e del suo governo: «Il popolo ci chiede di continuare la battaglia di questi sette mesi», dice. Risuonano canti popolari, l’internazionale, pure i Daft punk. La piazza si svuota presto, mentre sale il fumo dai chioschetti che arrostiscono souvlaki.

 

Meriterebbero un dipinto le lacrime dei più anziani, in piazza, commossi dal risuonare di Bella ciao, ma al risveglio, in Italia, tocca fare i conti con Fabrizio Rondolino, che rovina la poesia e su l’Unità nota l’assenza della «Brigata Kalimera», la solitamente nutrita pattuglia di italiani in trasferta per sostenere Tsipras.

C’era anche questa volta, in realtà. C’era Paolo Ferrero, c’era il bandierone enorme dell’Altra Europa con Tsipras – che è stato sventolato fino a notte fonda da un mix di mani italiane e greche. C’era Sel, con un gruppo di parlamentari e il capogruppo alla Camera Arturo Scotto. Poi militanti sparsi, appassionati. Certo, innegabile è il fatto che la sinistra italia abbia vissuto molto la crisi tra Tsipras e Varoufakis. Stefano Fassina, in particolare (lo abbiamo intervistato sul numero di Left in edicola) ha sposato la tesi dell’ex ministro greco: in un recente convegno alla Camera dei deputati ha detto «non c’è spazio in questa Europa per la sinistra». Ecco dunque la sfida di Tsipras. C’è spazio, nelle maglie del memorandum, per delle politiche di sinistra?

 


«Il popolo ci chiede di continuare la battaglia di questi sette mesi»

Alexis Tsipras, dopo l’annuncio della vittoria

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[social_link type=”twitter” url=”http://twitter.com/lucasappino” target=”” ][/social_link] @lucasappino

Sono nato a Roma, il 23 febbraio 1988. Vorrei vivere in Umbria, ma temo dovrò attendere la pensione. Nell'attesa mi sposto in bicicletta e indosso prevalentemente cravatte cucite da me. Per lavoro scrivo, soprattutto di politica (all'inizio inizio per il Riformista e gli Altri, poi per Pubblico, infine per l'Espresso e per Left) e quando capita di cultura. Ho anche fatto un po' di radio e di televisione. Per Castelvecchi ho scritto un libro, con il collega Matteo Marchetti, su Enrico Letta, lo zio Gianni e le larghe intese (anzi, "Le potenti intese", come avevamo azzardato nel titolo): per questo lavoro non siamo mai stati pagati, nonostante il contratto dicesse il contrario.