Al via il vertice europeo di Malta, che offrirà soldi ai Paesi africani per riprendersi i migranti in fuga. E la Germania torna ad applicare gli accordi di Dublino

Un muro in più mancava. Oggi è la volta della Slovenia, che per respingere il flusso di immigrati ha deciso di avviare la costruzione di una barriera ai suoi confini con la Croazia. Il giorno dopo l’annuncio del governo di Lubiana, polizia ed esercito, muniti di rete metallica sono giunti in forze nel villaggio di Veliki Obrez, vicino al confine con la Croazia.

Il primo ministro sloveno, Miro Cerar, aveva sostenuto che il confine resta aperto, ma la recinzione serve ad aiutare a controllare il flusso di persone. Polemizzando con i vicini austriaci ha spiegato che il suo paese non ha le risorse per accogliere un gran numero di migranti e rifugiati durante l’inverno alle porte e che la chiusura delle frontiere da parte di Vienna ha creato un collo di bottiglia.

Migrants waiting to board a train at the train station in Sid, about 100 km west from Belgrade, Serbia, Wednesday, Nov. 11, 2015. Slovenia on Wednesday began erecting a razor-wire fence along its border with Croatia to control the influx of migrants, as European and African leaders gathered in Malta to seek long-term solutions to the flow of people making their way across Europe. (AP Photo/Darko Vojinovic)

Slovenian soldiers erect a razor-wired fence on the Croatian border in Gibina, Slovenia, Wednesday, Nov. 11, 2015. Slovenia has started erecting a barbed-wire fence on the border with Croatia to prevent uncontrolled entry of migrants into the already overwhelmed alpine state. (AP Photo/Darko Bandic)
(AP Photo/Darko Bandic)

 

Intanto il vertice europeo straordinario in programma a Malta oggi e domani si prepara a offrire milioni di euro in cambio di contenimento dei flussi e l’accoglienza dei rimpatriati da parte dei Paesi africani. E la Finlandia prepara tende e container da camion per ospitare i rifugiati in arrivo dalla Russia. Che nel Paese notoriamente l’inverno è tiepido.

Quattordici persone tra cui sette bambini sono affogati dopo aver lasciato le coste turche. Un modo come un altro per ricordarci quanto sia drammatica la situazione per le persone in fuga: la scelta di scappare prescinde dai muri, dai blocchi alle frontiere o dai controlli. Chi sceglie di rischiare di affogare – e lo sa – non verrà fermato dalle politiche europee.

E la Germania torna ad applicare gli accordi di Dublino: con l’esclusione della Grecia i rifugiati che sono entrati nel Paese passando per altri Paesi europei, verrà rispedito in quello. L’Europa, insomma, fa di tutto per togliersi di mezzo un problema destinato a non sparire.