È  stato l’ultimo collettivo di artisti del Novecento, l’ultimo a sviluppare un progetto creativo basato sulla collaborazione e sulla condivisione anche di uno slancio utopico per una società migliore. Al movimento Co.Br.A, fondato a Parigi nel 1948 da Jorn, Pedersen, Dotremont, Appel, Alechinsky, Goetz e Constant- che riuscì a mettere in connessione artisti del Nord e del Sud Europa la Fondazione Roma dal 4 dicembre  dedica una vivace retrospettiva dal titolo  CoBrA, una grande avanguardia europea allestita nelle sale di Palazzo Cipolla. 20 - Pierre Alechinsky e Christian Dotremont, Ondes extremes, 1974-79 Una mostra esplosiva dal punto di vista del colore e che ha il merito di riportare in primo piano la ricerca che legava questi artisti di differente provenienza e formazione che per tre anni formarono un gruppo coeso e riconoscibile e poi, avendo personalità forti, presero strade diverse, senza per questo rompere i rapporti. Più che l’opera intesa come oggetto fisico finale, ciò che interessava al gruppo CoBr.A era il metodo e il processo creativo stimolato dal rapporto e dalla dimensione collettiva della ricerca. Rifiutando le logiche del mercato, molti di loro non si preoccupavano nemmeno di vendere le proprie opere, che in anni recenti, tuttavia, hanno raggiunto quote da capogiro. Il percorso espositivo in Palazzo Cipolla oltre a ricostruire i tre, travolgenti, anni di Co.Br.A, mette a fuoco le singole personalità dedicando a ciascuno dei componenti del gruppo una intera sala. 15 - Corneille, La grande sinfonia solare, 1964 Così ecco i raffinati grafismi di Christian Dotremont che faceva incontrare scrittura e pittura in tele che evocano calligrafie orientali,  ma anche le tele di forte denuncia sociale di Karel Appel che incornicia nel rosso le sagome stilizzate di bambini, dagli occhi enormi, che chiedono l’elemosina nel 1948. Siamo poco dopo la guerra e le ferite sono ancora aperte. Gli artisti del gruppo Co.BrA dicono no alla violenza, denunciano la pazzia della guerra. Constant rappresenta un campo di concentramento in un quadro dominato da toni freddi, grigio e blu. Ma a popolare l’universo Co.Br.A (l’acronimo sta per Copenaghen, Bruxelles e Amsterdam, capitali dei paesi d'origine dei principali artisti fondatori del gruppo) è anche la libera espressione attraverso la forza del colore, steso con pennellate dense, materiche., “selvagge”. A differenza dell’Informale americano (a cui il movimento Co.Br.A viene spesso paragonato) la pittura in questo caso non perde mai del tutto il rapporto con la figurazione. Riservando ampio spazio anche ad animali e creature fantastiche del folclore nordico. Fu Enico Baj a immettere nell’universo pittorico del gruppo anche fantasie più legate al Mediterraneo. La mostra resta aperta fino al 13 aprile 2016 ed è accompagnata da un catalogo Skira.   [social_link type="twitter" url="" target="" ][/social_link] @simonamaggiorel  

È  stato l’ultimo collettivo di artisti del Novecento, l’ultimo a sviluppare un progetto creativo basato sulla collaborazione e sulla condivisione anche di uno slancio utopico per una società migliore. Al movimento Co.Br.A, fondato a Parigi nel 1948 da Jorn, Pedersen, Dotremont, Appel, Alechinsky, Goetz e Constant- che riuscì a mettere in connessione artisti del Nord e del Sud Europa la Fondazione Roma dal 4 dicembre  dedica una vivace retrospettiva dal titolo  CoBrA, una grande avanguardia europea allestita nelle sale di Palazzo Cipolla.

20 - Pierre Alechinsky e Christian Dotremont, Ondes extremes, 1974-79

Una mostra esplosiva dal punto di vista del colore e che ha il merito di riportare in primo piano la ricerca che legava questi artisti di differente provenienza e formazione che per tre anni formarono un gruppo coeso e riconoscibile e poi, avendo personalità forti, presero strade diverse, senza per questo rompere i rapporti.

Più che l’opera intesa come oggetto fisico finale, ciò che interessava al gruppo CoBr.A era il metodo e il processo creativo stimolato dal rapporto e dalla dimensione collettiva della ricerca. Rifiutando le logiche del mercato, molti di loro non si preoccupavano nemmeno di vendere le proprie opere, che in anni recenti, tuttavia, hanno raggiunto quote da capogiro. Il percorso espositivo in Palazzo Cipolla oltre a ricostruire i tre, travolgenti, anni di Co.Br.A, mette a fuoco le singole personalità dedicando a ciascuno dei componenti del gruppo una intera sala.

15 - Corneille, La grande sinfonia solare, 1964

Così ecco i raffinati grafismi di Christian Dotremont che faceva incontrare scrittura e pittura in tele che evocano calligrafie orientali,  ma anche le tele di forte denuncia sociale di Karel Appel che incornicia nel rosso le sagome stilizzate di bambini, dagli occhi enormi, che chiedono l’elemosina nel 1948. Siamo poco dopo la guerra e le ferite sono ancora aperte. Gli artisti del gruppo Co.BrA dicono no alla violenza, denunciano la pazzia della guerra. Constant rappresenta un campo di concentramento in un quadro dominato da toni freddi, grigio e blu. Ma a popolare l’universo Co.Br.A (l’acronimo sta per Copenaghen, Bruxelles e Amsterdam, capitali dei paesi d’origine dei principali artisti fondatori del gruppo) è anche la libera espressione attraverso la forza del colore, steso con pennellate dense, materiche., “selvagge”.

A differenza dell’Informale americano (a cui il movimento Co.Br.A viene spesso paragonato) la pittura in questo caso non perde mai del tutto il rapporto con la figurazione. Riservando ampio spazio anche ad animali e creature fantastiche del folclore nordico. Fu Enico Baj a immettere nell’universo pittorico del gruppo anche fantasie più legate al Mediterraneo. La mostra resta aperta fino al 13 aprile 2016 ed è accompagnata da un catalogo Skira.

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