Una serie di ordini presidenziali per aggirare il veto del Congresso a qualsiasi regola che limiti la possibilità di comprare pistole e fucili. Tra le misure adottate più controlli sugli acquirenti, licenze per chi vende online e risorse per la cura della malattia mentale

L’ultima strage che ha fatto notizia è quella di San Bernardino, che certo è anche un attacco terroristico, ma condotto da una coppia X che si era procurata legalmente un arsenale. In un Paese normale sarebbe stata una cosa sospetta, nell’America della libera circolazione di armi, no: Syed Rizwan Farook e Tashfeen Malik hanno potuto comprare fucili, uscire e uccidere.

L’amministrazione Obama, che a fine anno aveva parlato della circolazione senza limiti delle armi come di una priorità, annuncerà oggi una serie di misure volte a contenere l’epidemia di piombo con un executive order, un decreto presidenziale. (qui il tweet che lo annuncia, o quasi)

Il pacchetto che Obama ha in programma di presentare oggi prevede dieci disposizioni. La prima è quella per cui chi vende armi online e alle fiere debba avere una licenza speciale. La rete e gli show sono i luoghi in cui la gente compra fucili e pistole anche fuori dal proprio Stato (magari aggirandone le rare leggi restrittive). Questi venditori, prima di vendere qualcosa dovrebbero fare controlli su chi acquista. Già, perché oggi non è necessario: al Baghdadi e Al Capone potrebbero tranquillamente dotarsi di un fucile a pompa senza che nessuno dicesse loro nulla. Una ricerca di Harvard su 3mila possessori di armi da fuoco ha infatti rilevato che uno su tre non era stato controllato in nessun modo.
Obama destinerà 500 milioni di dollari per la cura delle malattie mentali e prevederà che le armi da fuoco perse durante il trasporto tra un produttore e un venditore vengano segnalate alle autorità federali. Spesso succede che il venditore venda e dichiari di averle perse nel trasporto: un’indagine federale ha trovato un rivenditore che aveva “perso” 1300 armi da fuoco lo scorso anno. Tutte banalità no? Eppure oggi non sono previste.

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L’FBI avvierà l’assunzione di 230 esaminatori aggiuntivi e altro personale per aiutare a avere personale addetto ai controlli 24 ore al giorno.Inoltre verrà creato un nuovo centro del Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms and explosives (le armi sono sotto la stessa agenzia delle sigarette, che fanno male entrambe), per monitorare e reprimere il traffico illegale.

Non si tratta di scelte capaci di cambiare davvero la situazione, ma di limitare gli effetti di una totale mancanza di regole su cui il presidente, senza il Congresso, non può fare molto di più. Obama e il Segretario alla Giustizia Loretta Lynch sono certi che le misure siano costituzionali – nel senso che non violano il famigerato secondo emendamento che in teoria difende il diritto di portare armi ma anche che si tratti di misure che il presidente può assumere. La scelta di ricorrere all’ordine presidenziale è dettata dalla totale mancanza di collaborazione dei repubblicani, che hanno la maggioranza in Congresso, su questa materia, più che su altre. Lo speaker Paul Ryan, il leader dei repubblicani alla Camera, ha già detto che il presidente sta andando oltre i suoi poteri costituzionali, un modo per criticare le misure di buon senso e cercare i bloccarle, senza parlare delle armi.

La lobby delle armi li foraggia e preme sulle assemblee statali per ottenere leggi che favoriscano la circolazione di armi. Un esempio perfetto è quelle della legge appena approvata in Texas, dove a tutti è consentito di girare con la pistola nella fondina. Un tipico esempio di quell’estremismo dal quale il partito repubblicano sembra prigioniero e che consente a un personaggio discutibile come Donald Trump di essere avanti nei sondaggi delle primarie.

I numeri della strage da armi da fuoco negli Stati Uniti

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