Non una parola. Non un suono. La scena è impressionante, a fare da sfondo rumori di spari, bombe, guerra. Un uomo tiene in braccio un bambino che ha appena estratto dalle macerie dopo un bombardamento. Siamo ad Aleppo in Siria e qui, scene del genere sono all’ordine del giorno. Il bambino rimane aggrappato al suo soccorritore come se fosse una cosa, senza emettere un gemito, un pianto o un lamento. Completamente in stato di shock viene posato su un sedile arancione all’interno di un’ambulanza, qualcuno gli scatta una foto lui nulla. Fermo, immobile. Poi un gesto, avvicina la mano al viso ferito e si tocca l’occhio, ritira la mano, la guarda: sangue. Il suo volto si riempie di terrore e disgusto. Guarda quella mano come se fosse una cosa estranea, non sua, la allontana dal viso e cerca di pulirsi dall’orrore sfregando il palmo contro il sedile arancione. Poi, di nuovo immobile. In silenzio. Lui, il bambino dell’ambulanza si chiama Omran Daqneesh, ha 5 anni ed è sopravvissuto a due attacchi aerei russi su Aleppo mercoledì. Attenzione: il video contiene immagini forti che potrebbero urtare la vostra sensibilità.
Sono questi i 37 secondi del video diffuso dall’Aleppo Media Center il 17 agosto a seguito di uno degli attacchi aerei che quotidianamente sconvolgono la città. Secondo il reporter Mahmoud Raslan, presente al momento del salvataggio di Omran, e autore di uno scatto diventato velocemente virale sul web, il bambino è stato trasferito in un ospedale denominato “M10”, il bombardamento del quale è stato vittima ha colpito il quartiere di Qaterji (nelle mani dei ribelli siriani) dove Omran abitava in un appartamento con la sua famiglia, composta oltre che dal padre e dalla madre anche da una sorella di 11 anni e altri due fratellini di 6 e un anno. Nonstante la ferita alla testa le condizioni di Omran, come quelle dei suoi parenti, sono stabili e non sono stati rilevati danni al cervello. L’orrore generato dal vedere Omran ferito e in stato di shock su quella sedia arancione ricorda quello provato da un altro scatto che ha impressionato il mondo e portato all’attenzione mediatica l’emergenza rifugiati: quello di Aylan Kurdi, il piccolo siriano morto sulle coste della Turchia mentre tentava di arrivare in Europa assieme alla famiglia proprio per fuggire da quella stessa guerra che ha colpito Omran. Due volti del conflitto siriano, quelli di Alain e Omran, che non possono lasciare indifferenti e che chiedono soluzioni. A partire da un cessate il fuoco e dalla predisposizioni di corridoi umanitari che permettano ai civili rimasti intrappolati ad Aleppo di fuggire.

Non una parola. Non un suono. La scena è impressionante, a fare da sfondo rumori di spari, bombe, guerra. Un uomo tiene in braccio un bambino che ha appena estratto dalle macerie dopo un bombardamento. Siamo ad Aleppo in Siria e qui, scene del genere sono all’ordine del giorno. Il bambino rimane aggrappato al suo soccorritore come se fosse una cosa, senza emettere un gemito, un pianto o un lamento. Completamente in stato di shock viene posato su un sedile arancione all’interno di un’ambulanza, qualcuno gli scatta una foto lui nulla. Fermo, immobile. Poi un gesto, avvicina la mano al viso ferito e si tocca l’occhio, ritira la mano, la guarda: sangue. Il suo volto si riempie di terrore e disgusto. Guarda quella mano come se fosse una cosa estranea, non sua, la allontana dal viso e cerca di pulirsi dall’orrore sfregando il palmo contro il sedile arancione. Poi, di nuovo immobile. In silenzio.
Lui, il bambino dell’ambulanza si chiama Omran Daqneesh, ha 5 anni ed è sopravvissuto a due attacchi aerei russi su Aleppo mercoledì.

Attenzione: il video contiene immagini forti che potrebbero urtare la vostra sensibilità.

Sono questi i 37 secondi del video diffuso dall’Aleppo Media Center il 17 agosto a seguito di uno degli attacchi aerei che quotidianamente sconvolgono la città.
Secondo il reporter Mahmoud Raslan, presente al momento del salvataggio di Omran, e autore di uno scatto diventato velocemente virale sul web, il bambino è stato trasferito in un ospedale denominato “M10”, il bombardamento del quale è stato vittima ha colpito il quartiere di Qaterji (nelle mani dei ribelli siriani) dove Omran abitava in un appartamento con la sua famiglia, composta oltre che dal padre e dalla madre anche da una sorella di 11 anni e altri due fratellini di 6 e un anno. Nonstante la ferita alla testa le condizioni di Omran, come quelle dei suoi parenti, sono stabili e non sono stati rilevati danni al cervello.
L’orrore generato dal vedere Omran ferito e in stato di shock su quella sedia arancione ricorda quello provato da un altro scatto che ha impressionato il mondo e portato all’attenzione mediatica l’emergenza rifugiati: quello di Aylan Kurdi, il piccolo siriano morto sulle coste della Turchia mentre tentava di arrivare in Europa assieme alla famiglia proprio per fuggire da quella stessa guerra che ha colpito Omran.
Due volti del conflitto siriano, quelli di Alain e Omran, che non possono lasciare indifferenti e che chiedono soluzioni. A partire da un cessate il fuoco e dalla predisposizioni di corridoi umanitari che permettano ai civili rimasti intrappolati ad Aleppo di fuggire.