Cosa significa essere di sinistra? Dobbiamo trovare idee nuove, che ci permettano di comprendere i rapporti tra noi, di comprendere perché la sinistra è sempre infinitamente divisa al suo interno, comprendere quali sono le idee pericolose da allontanare. Dobbiamo comprendere come rendere la politica nuova, una politica che faccia tornare la speranza alle persone

Ci siamo sempre chiesti su Left cosa sia o cosa dovrebbe essere la sinistra. Non pensiamo che le cose siano così chiare. Ci sono stati pensatori che hanno codificato teorie politiche che poi sono state definite come teorie di sinistra. Così come ci sono stati altri che hanno codificato teorie politiche di destra o altri ancora che non vogliono definirsi né di destra né di sinistra.
Come sappiamo la definizione “di destra” o “di sinistra” risale alla collocazione dei deputati nell’assemblea nazionale francese ai tempi della rivoluzione del 1789. Quelli di sinistra erano per i diritti del “popolo” cioè di chi non era parte né della nobiltà né del clero. Dalla parte di chi non aveva diritti. Le idee dell’illuminismo avevano portato ad un pensiero che diceva che tutti gli uomini sono uguali perché tutti hanno la “ragione”, qualcosa che appunto essendo di tutti rende tutti uguali.
Rimaneva il problema delle donne e dei bambini che sono sempre stati considerati senza ragione. Come facevano ad essere considerati esseri umani anche loro? Certo i bambini, perlomeno quelli maschi poi diventeranno uomini, acquisiranno la ragione. Ma le donne? Le donne vennero relegate ad essere qualcosa di accessorio, come sempre era stato nella storia, a badare ai bambini e alla casa. Accessori della “vera umanità” che era quella degli uomini, dei maschi della specie che avevano il dono della ragione. E venne quindi codificato che l’identità umana, ciò che in effetti rende gli esseri umani “umani” ovvero differenti dagli animali sia la ragione.
Sulla base di questo assunto si è fatta la storia degli ultimi 235 anni. L’uguaglianza della ragione non ha però fermato l’affermazione di teorie tragicamente distruttive, come il fascismo e il nazismo, entrambe realtà che facevano della ragione uno dei loro pilastri fondamentali. Perché il pensiero razionale non ha affetti, non valuta il senso delle cose. Esso è in grado di elaborare ragionamenti utilitaristici che sono del tutto disumani. Il pensiero razionale è completamente astratto quando si tratta di rapporto con la realtà umana. Tutto si riduce ad un utile materiale, l’io sono non comprende mai una realtà umana esterna a sé. L’altro è cosa che può essere usata come utensile.
Parallelamente la realtà umana non razionale viene teorizzata essere un non pensiero, un caos dissociato e confuso, aggressivo, violento. Qualcosa di non umano perché non razionale e che viene di conseguenza classificato come animale, facendo un corto circuito di pensiero del tutto illogico nel pensare che gli animali non siano razionali in quello che fanno.
Malgrado questi “difetti” teorici l’illuminismo e la Rivoluzione francese hanno determinato un cambiamento epocale nell’organizzazione degli Stati. Il modello dello Stato liberale con la separazione dei poteri teorizzata da Montesquieu ha permesso ai diritti della persona di essere definiti e tutelati sempre più precisamente nel corso dei secoli e lo Stato se n’è fatto tutore. Per quanto ci sia una visione parziale della realtà umana, la ragione ha, mano a mano, dovuto accettare una visione più ampia dell’essere umano, più integrata a comprendere ed accettare anche ciò che non è se stessa. Il concetto di libertà e quello di uguaglianza, cardini della Rivoluzione francese e necessari al corretto funzionamento della società liberale sono stati nel tempo estesi grazie alle lotte politiche di tutti coloro che ne erano esclusi. Le donne, gli operai.
Ma torniamo alla domanda iniziale: cosa vuol dire essere di sinistra? E cosa vuol dire questa affermazione per una persona “normale”, per un elettore o un simpatizzante? È un pensiero razionale sulla realtà e sui rapporti tra gli esseri umani? È un pensiero razionale sulla società? Io penso di no.
Il pensiero razionale è realmente uguale per tutti. Non cambia. È una logica deduttiva che da una percezione passa ad un pensiero di carattere deduttivo. Non ha un contenuto soggettivo o meglio non lo dovrebbe avere in quanto pensiero freddo. In questo senso il pensiero razionale è uguale per tutti, sia per chi è di sinistra sia per chi non lo è.
Io penso si possa invece dire che l’essere di sinistra corrisponde ad avere degli affetti, un indefinito amore per gli altri per i quali abbiamo un pensiero di volere che essi abbiano diritti e possibilità che ancora non hanno. Un’idea di speranza di miglioramento futuro, un miglioramento che sia per l’umanità in generale, senza distinzione di nazionalità o di etnia o di lingua. C’è senza dubbio un’idea di uguaglianza tra tutti gli esseri umani, anche i più distanti da noi. Un’idea di non pensare ad una differenza che sia sulla base di caratteri somatici o di nazionalità.
Un’idea di rapporti tra gli esseri umani che sono fatti di dinamiche complicate, che possono essere affetti belli e anche affetti brutti. Un’idea di comprendere che tutti possiamo fare errori, che tutti possiamo avere avuto delusioni e che quelle delusioni possono averci portato a diventare brutti. Un’idea di amore per gli altri per volere che gli altri abbiano la possibilità di essere belli e felici. Sono questi affetti che, quando si trasformano in idee ed azione, diventano politica. Dovremmo allora interrogarci e chiederci in che modo fare questa trasformazione di affetti in idee ed azione possa essere un’azione rivoluzionaria non distruttiva, una politica che non vada a finire nell’odio e nella distruzione materiale che inevitabilmente, come la storia insegna, diventa fallimento.
Dobbiamo trovare idee nuove, che ci permettano di comprendere i rapporti tra noi, di comprendere perché la sinistra è sempre infinitamente divisa al suo interno, comprendere quali sono le idee pericolose da allontanare perché si fingono essere di sinistra per sabotare dall’interno ogni speranza e ogni possibilità. Dobbiamo comprendere come rendere la politica nuova, una politica che faccia tornare la speranza alle persone, una speranza in un futuro più bello per tutti. Può servire a definire la sinistra capire quali sono le idee della destra? In realtà è molto semplice. La destra non ha nessuna idea se non quella della sopraffazione dell’uno sull’altro. Perché l’idea dell’essere umano della destra è un’idea di essere umano solipsistico senza rapporto con gli altri, il cui unico scopo è l’affermazione di se stesso. L’idea che la realizzazione umana sia per una idea astratta di libertà a prescindere da tutti, contro tutti, una sorta di “liberazione” assoluta dall’umano per realizzare un’idea astratta di essere. Questo per tutti quelli che sono riusciti ad essere del tutto senza affetti. Tutti gli altri, quelli che si ribellano alla eliminazione dei propri affetti, vanno tenuti a bada, costretti con la violenza fisica a comportarsi moralmente. In questo la religione monoteista, quale che sia delle tre, è un’alleata formidabile. Come ebbe a dire nel 2011 il prof. Massimo Fagioli in una bellissima intervista a YouDEM, la cultura della destra non esiste, c’è solo il pensiero religioso. Non c’è ricerca, non c’è idea sugli altri che non sia lo sfruttamento dell’altro per i propri fini personali.
Noi di Left pensiamo che il pensiero di sinistra sia naturale e necessario. Naturale perché qualunque bambino sa di un’uguaglianza di tutti gli esseri umani. Non può esistere (e non esiste) un bambino “di destra”. E qui la tristezza è sapere che ci sono teorie psicologiche ancora tanto comuni che pensano il bambino come una realtà perversa e violenta quando è evidenza ovvia di chiunque che non è per niente così. E la tristezza è per la sinistra che si lascia ingannare da questa idea violenta di bambino, che non capisce che accettando questa idea di fatto si dice che è la destra ad avere ragione perché il nuovo nato sarebbe spontaneamente di destra. Allora la sinistra si arrampica sugli specchi e teorizza una uguaglianza “razionale”, costruita su una morale che non può che essere astratta e codificata in base a regole che inevitabilmente finiscono per essere il precetto religioso.
Ma pensiamo anche che il pensiero di sinistra sia necessario perché corrisponde a quel pensiero non razionale che è fatto di affetti ed immagini, che è fatto di sensazioni di passione e amore per le realizzazioni degli altri, che è fatto di tristezza per le tragedie che leggiamo ogni giorno sui giornali, che è fatto di immagini che sanno di una storia dell’umanità e che pensano ed agiscono in una prospettiva di trasformazione di sé e degli altri verso un futuro più bello, malgrado il tragico presente.
Un’idea che viene dal cuore e pensa che tra mille anni ci sarà un’estate che sarà la più bella che c’è mai stata per tutti.