AGGIORNAMENTO 24 novembre, ore 17,46. Il socialista Antonio Costa è stato nominato primo ministro del Portogallo. Sostenuto dalla sinistra radicale, dal Bloco de Esquerda e dai comunisti portoghesi, entro martedì dovrà formare il nuovo governo. A due settimane dalla sfiducia al governo di centrodestra di Passos Coelho, adesso la sinistra portoghese tenta di porre fine alle politiche di austerità della Troika, in campo dal 2011.
È bufera in Portogallo. Il governo uscente di centrodestra ha vinto di un soffio le elezioni ma non ha la maggioranza per governare e non è in grado di formare una coalizione che prenda la metà più uno dei membri del nuovo Parlamento. Il 22 ottobre era però arrivato l’annuncio storico del socialista Antonio Costa che ha comunicato al Presidente della Repubblica l’accordo unitario della sinistra tutta per la formazione di un governo insieme al Bloco de Esquerda e al Partito comunista portoghese. La sinistra tutta questa volta ha i numeri, e per la prima volta in 40 anni di democrazia è anche riuscita a trovare un accordo. Non aveva fatto i conti con il presidente Cavaco Silva.
Subito dopo aver ricevuto questa comunicazione, il Presidente della Repubblica portoghese ha infatti nominato come primo ministro, Pedro Passos Coelho, capo della coalizione filo-Troika di centrodestra e premier uscente. La nomina è un atto formalmente e politicamente legittimo, Passos Coelho è di fatto il capo di del partito che ha vinto le elezioni, anche se già si sa che con l’attuale composizione del Parlamento portoghese non ha alcuna speranza di mettere in piedi un governo che non venga subito rimandato a casa. A sollevare la bufera nella sinistra portoghese non è stata solo la “perdita di tempo” del Presidente, ma anche e soprattutto il discorso (qui sotto, per chi volesse guardarlo) con il quale il Presidente ha voluto accompagnare tale nomina.
Cosa ha detto Cavaco Silva? «I contatti presi tra i partiti politici che sostengono e si rivedono nel progetto dell’Unione europea e dell’Eurozona non hanno prodotto i risultati necessari per raggiungere una soluzione govenativa stabile e duratura», ha detto il Presidente, aggiungendo poi: «Questa situazione è singolare perché gli orientamenti politici e i programmi elettorali di questi partiti non si mostrano incompatibili, essendo, al contrario, praticamente convergenti con gli obiettivi strategici del Portogallo». Aggiungendo infine: «Fuori dall’Unione europea e dall’Euro il futuro del Portogallo sarebbe catastrofico». Insomma, Cavaco Silva giustifica un governo di minoranza che però è in linea con l’Ue. Anzi, con la Troika. L’unica opzione di governo stabile che il presidente ha ammesso nel suo discorso è quella tra il Psd / Pp e Ps, un governo di larghe intese per intenderci.
Dopo aver ascoltato tutti i partiti di opposizione per obbligo costituzionale, e dopo che il Partito socialista, il Blocco di sinistra, il Partito comunista e i Verdi si sono detti pronti per un incarico di governo guidato dai socialisti del Psd. «Le dichiarazioni del Presidente della Repubblica sono un episodio sfortunato senza precedenti per la nostra democrazia», ha commentato a Left Marisa Matias, eurodeputata del Bloco de Esquerda e candidata alla Presidenza del Portogallo. «Niente giustifica che questa decisione sia stata accompagnata da un discorso di “crociata” ideologica, segnato da insinuazioni e minacce che non fanno altro radicalizzare le posizioni e ostacolare il dialogo rispetto alle scelte che il Paese deve affrontare. Quando il Presidente della Repubblica invoca l’Europa per mettere a tacere la democrazia, non fa altro che attaccare l’Europa e la democrazia». Il contenuto e il linguaggio delle sue affermazioni rivelano una totale assenza di imparzialità e neutralità e denunciano una comprensione abusiva delle funzioni presidenziali».
«Il Presidente della Repubblica ha dimostrato di non essere e di non voler essere il Presidente di tutti i portoghesi», affonda Matias. «La gravità di queste dichiarazioni esige una posizione chiara di tutti i candidati e le candidate alle prossime elezioni Presidenziali, senza eccezioni. I portoghesi hanno il dirito di sapere. Per la mia parte, sempre rispetterò tutti i partiti in egual misura».