Esistono tre Stati europei dove potrebbe succedere l’incredibile: una vittoria dei partiti della sinistra radicale. I tre Stati sono la Grecia, la Spagna e la Slovenia e i tre partiti sono, rispettivamente, Syriza, Podemos e Sinistra unita. Viaggiano, stando ai sondaggi, attorno al 30 per cento. Diciamo subito che l’esistenza di un partito della sinistra radicale non è una prescrizione medica. Anzi, laddove esiste un partito del centrosinistra aperto e inclusivo, è nell’ordine delle cose che la sinistra radicale sia una forza minoritaria. Devono aver ragionato così quegli esponenti di Sel che sono passati al Pd.
Il fatto è che nemmeno nel Pd tutti sono d’accordo e, come ci racconta Tiziana Barillà, si è ricominciato a ragionare attorno a qualcosa di sinistra. Un qualcosa che, a giudicare dai suoi atteggiamenti tutt’altro che inclusivi, non pare preoccupare più di tanto Matteo Renzi. Il quale è convinto che verrebbe fuori l’ennesimo partitino “a vocazione minoritaria”.
Le forze potenzialmente vincenti in Grecia, Spagna e Slovenia hanno dei tratti comuni: sono nate di recente, derivano da movimenti di protesta e sono guidate da forti figure di giovani leader. Questa constatazione – che alimenta l’idea di una sinistra vincente anche senza il centro – è all’origine del quesito che domina tutte le discussioni sul futuro della sinistra italiana: il leader dov’è? Perché la necessità di un leader (magari di un leader capace di tracciare il solco per poi farsi da parte: il leader dei sogni, diciamo) è data per scontata anche da chi non la condivide perché ritiene che il leader non sia, in quanto tale, di sinistra.
E infatti, periodicamente, spunta un nome. L’ultimo della serie è Maurizio Landini che, essendo un grande sindacalista e anche un uomo accorto, ha già detto mille volte di non volerne sentire parlare. In attesa dell’arrivo del messia, è possibile avviare un lavoro preparatorio. Che sarà utile sia nel caso in cui la mitica forza di sinistra nasca, sia nel caso in cui diventi una componente del mitico Pd inclusivo. Si tratta, semplicemente, di rubare al Renzi della prima ora l’idea vincente della rottamazione. E individuare i luoghi dove il leader non va assolutamente cercato, a meno di non decidere che la condanna minoritaria è a vita.
Ecco, facendo tesoro dei punti comuni della sinistra europea vincente, si arriva all’esclusione immediata: 1) dei partiti della sinistra radicale esistenti, disciolti e morenti, 2) della componente ex Ds del Pd, 3) di tutti i fondatori e ideatori di Rivoluzione civile. È solo una prima bozza. Si accettano integrazioni.