Occorre indubbiamente onestà per ricostruire e portare avanti Left. Occorre onestà e anche memoria di ferro per ricostruire la storia di questo settimanale. Occorre onestà per dire cosa è Left e come nacque al principio del 2006. Occorre onestà per ricordare la storia dei tre porcellini che andarono alla ricerca della casetta di mattoni che non volasse via al primo soffio del lupo o al primo incendio doloso.
Occorre onestà per raccontare di quei tre porcellini che cercarono il senso della T che veniva dopo la L, la E e la F e che formava la parola inglese Left. Significava, disse uno dei tre, Sinistra e insieme cose lasciate, dimenticate. E occorre onestà per ricordare che i lupi incontrati sono stati tanti. E tanti.
Per nove anni, ogni volta disprezzando e poi mentendo, hanno tentato di dire che la casetta di mattoni era loro. Che senza di loro saremmo morti. Anzi che la nostra vita non aveva alcun valore prima che loro arrivassero. Occorre indubbiamente onestà per riconoscere che molti, tanti, non sono mai stati Left. Non si sono mai neanche riconosciuti in Left. Per anni ci hanno chiesto di tornare ad Avvenimenti. Perché Avvenimenti è più bello, perché Avvenimenti è più famoso, perché Avvenimenti lo conoscono tutti ci dicevano. Insistenti.
Molti, tanti di quelli che oggi si intestano l’identità di Left non hanno neanche mai capito perché i tre porcellini avessero deciso di rischiare tanto. E di affrontare i lupi. E quali lupi. E quando l’hanno capito, hanno deriso, umiliato, svalutato, deformato. Insultato. Per anni. E allora occorre indubbiamente onestà nel ricordare perché nacque Left.
L’idea era quella che “prima” o “per” trasformare il mondo bisognasse trovare la via per trasformare se stessi. L’idea era quella di provare a formare o trasformare la sinistra esistente (o non ancora esistente?), l’idea era quella di scrivere delle cose dimenticate dagli altri, di rendere popolari le cose che non lo erano sino a quel momento. L’idea era quella di raccontare un altro mondo, altre idee. Di fare un altro viaggio, un altro giornalismo, di dare altre notizie. In un altro modo.
L’idea era quella che la libertà vera è il “dovere di essere esseri umani” e che “il rifiuto della neutralità è sapere”. L’idea era quella di costruire un giornale rigoroso, leale, lineare, coerente. Ed era quella di raccontare in tutto il Paese il cambiamento, il conflitto, la cultura, la diversità, la legalità, la giustizia, l’innovazione, la laicità, i diritti, con le nostre parole. Chiare. L’idea era quella di essere appassionatamente di parte. Partigiani di una parte grande, immensa, all’aperto.
Ho sognato una riunione di redazione all’aperto. Ed eravamo in tantissimi. L’idea è questa.
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