L'11 maggio, nel 1904 a Figueres in Catalogna nasceva Salvador Dalí stravagante e indiscusso genio surrealista. Salvador Domènec Felip Jacint Dalí i Domènech, marchese di Púbol è stato scrittore, pittore, scenografo, regista, scultore, fotografo e designer. Viveur dal look eccentrico era un perfetto animale da party e da salotto e insieme alla moglie Gala fu una delle personalità più influenti nel mondo dell'arte dello scorso secolo.
Oggi proprio a Figueres sorge un teatro-museo per ricordare il grande maestro spagnolo, all'interno del quale sono racchiusi e rappresentati tutti i simboli che negli anni erano andati a costruire l'immaginario e l'alfabeto surrealista di Dalì: enormi uova, figure deformate, orologi liquefatti, occhi e lande desolate, addirittura bocche di donna (nello specifico della diva Mae West) che diventano divani rossi e telefoni aragosta a testimonianza del suo amore per il design e per l'arredamento.
Molti esponenti del mondo della cultura espressero scarsa simpatia nei confronti del genio catalano, probabilmente proprio a causa dei suoi modi costruiti e spocchiosi.
George Orwell, autore del fantascientifico 1984, di lui disse: «Bisognerebbe essere capaci di tenere presente che Dalí è contemporaneamente un grande artista ed un disgustoso essere umano. Una cosa non esclude l'altra né, in alcun modo, la influenza». Ma, a quanto pare, nessun commento e nessuna critica sembrò mai intaccare l'autostima di Dalì:
«Ogni mattina, appena prima di alzarmi, provo un sommo piacere: quello di essere Salvador Dalí!».

L’11 maggio, nel 1904 a Figueres in Catalogna nasceva Salvador Dalí stravagante e indiscusso genio surrealista.
Salvador Domènec Felip Jacint Dalí i Domènech, marchese di Púbol è stato scrittore, pittore, scenografo, regista, scultore, fotografo e designer. Viveur dal look eccentrico era un perfetto animale da party e da salotto e insieme alla moglie Gala fu una delle personalità più influenti nel mondo dell’arte dello scorso secolo.

Oggi proprio a Figueres sorge un teatro-museo per ricordare il grande maestro spagnolo, all’interno del quale sono racchiusi e rappresentati tutti i simboli che negli anni erano andati a costruire l’immaginario e l’alfabeto surrealista di Dalì: enormi uova, figure deformate, orologi liquefatti, occhi e lande desolate, addirittura bocche di donna (nello specifico della diva Mae West) che diventano divani rossi e telefoni aragosta a testimonianza del suo amore per il design e per l’arredamento.

Molti esponenti del mondo della cultura espressero scarsa simpatia nei confronti del genio catalano, probabilmente proprio a causa dei suoi modi costruiti e spocchiosi.

George Orwell, autore del fantascientifico 1984, di lui disse: «Bisognerebbe essere capaci di tenere presente che Dalí è contemporaneamente un grande artista ed un disgustoso essere umano. Una cosa non esclude l’altra né, in alcun modo, la influenza».
Ma, a quanto pare, nessun commento e nessuna critica sembrò mai intaccare l’autostima di Dalì:

«Ogni mattina, appena prima di alzarmi, provo un sommo piacere: quello di essere Salvador Dalí!».