Ecco come è andata una votazione al Senato in cui la maggioranza è andata sotto. Il tema: la ratifica di una convenzione internazionale sul terrorismo

Si stava votando la ratifica di convenzioni internazionali sul terrorismo. E l’aula si è trovata davanti un testo che suonava così: «È punito con la reclusione da sei a dodici anni chiunque, con le finalità di terrorismo a) procura a sé o ad altri materia radioattiva, b) crea un ordigno nucleare o ne viene altrimenti in possesso». Era proprio necessario che governo e maggioranza prescrivessero l’entità delle pene a proposito di reati che, ove commessi, ogni giudice ha già la più ampia possibilità di comminare pene severissime? È lecito dubitarne. Ma la maggioranza non resiste alla tentazione di prescrivere nel dettaglio entità massima e minima di ogni pena per ridurre la discrezionalità del giudice.

Un assist da sogno per il senatore Nitto Palma, ex magistrato ed ex guardasigilli che ha ridicolizzato il provvedimento: solo 12 anni a chi “crea un ordigno nucleare” e lo vuole usare per seminare il terrore? Non meno di 15 anni, suvvia! A favore dell’emendamento le opposizioni, 5 stelle compresi, tranne Sinistra Italiana. Ma a favore votano anche i “volenterosi” di Verdini e la maggioranza va sotto. Panico, sospensione della seduta – intanto i verdiniani abbandonavano l’emiciclo in base alla nota tecnica del dare un colpo al governo e poi ritirarsi e non metterlo troppo in difficoltà – e alla ripresa il relatore, Sergio Lo Giudice, è costretto a far suo un altro emendamento della destra che porta da 15 a 20 anni la pena per chi provi a usare quelle armi di sterminio.

Come avrete capito terrorismo e ordigni nucleari non c’entrano nulla con quel che è successo stamani in Senato. C’entra parecchio il dilettantismo della maggioranza di governo che tutto vuole prescrivere nel dettaglio e c’entra soprattutto la volontà degli alleati di Renzi di alzare il prezzo del loro appoggio ora che il premier appare più debole. Ciascuno lo fa a suo modo: Verdini con le imboscate. Casini con un’intervista al Corriere: «Renzi cambi, non può solo dividere». «Ma non dite che sono diventato anti renziano», diceva oggi con un gran sorriso sul volto.