Brexit è stato la sconfitta dei giovani da parte degli anziani. Il grafico (vedi il grafico a destra) mostra la distribuzione per età del voto fra Remain e Leave e segnala che a votare in maggioranza per l’uscita sono stati gli elettori sopra i cinquanta anni, e determinanti quelli sopra i 65. I più giovani, fra i 18 e i 24 anni, per ben oltre il 70% erano per restare, e comunque erano pure in maggioranza per restare le persone fino a 49 anni. Una delle ragioni del risultato è stata l’affluenza alle urne più alta tra le fasce di popolazione più avanti negli anni rispetto ai giovani.
Non c’è, invece, alcuna correlazione geografica fra voto e diminuizione del salario reale (per la deindustrializzazione o altre cause): la geografia del voto – conferma l’analisi del direttore della britannica Resolution Foundation, Torsten Bell – dimostra che le aree in cui il salario reale è diminuito più della media non hanno votato Leave più della media né, viceversa, si è preferito il Remain dove il salario il salario reale è aumentato più dell amedia. Non è dunque il disagio sociale vero ad essere correlato con il voto per il Leave, ma piuttosto la sua percezione, mediata dall’istruzione e dall’età.
Le città in cui ha sede un’università di respiro internazionale – Londra, Cambridge, Oxford, e molte altre – si sono compattamente espresse per Remain. La decisione di rompere dopo oltre quaranta anni di (scettica) convivenza dentro l’Unione europea è stata presa da pensionati o pensionandi inglesi e gallesi delle contee e città minori, contro i loro figli (oltre che contro gli scozzesi e gli irlandesi del Nord).
È il quadro di una democrazia che per la sua struttura demografica assegna un potere preponderante a persone con minore istruzione, che viaggiano di meno, che usano di meno internet, che sono più condizionate da retoriche nostalgiche. Chi oggi ha quaranta anni o meno nel Regno Unito è nato in un Paese che era già parte di un progetto europeo. Chi ha più di 65 anni ha avuto una infanzia, e per i più anziani una giovinezza, con riminiscenze e favole post-imperiali. Non a caso uno dei temi del Leave è stato quello, obiettivamente risibile, di tornare a rafforzare i legami con i Paesi del Commonwealth, il club delle ex colonie.
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