Appena uscita dal teatro comunale di Ferrara, Rebecca Traister è entusiasta, ha parlato per un’ora e mezza «nel posto più bello in cui abbia mai tenuto una conferenza». Sgrana gli occhi quasi incredula e mi dice: «era pieno di gente, di giovani, ragazze, ma anche ragazzi. È straordinario. Mi avevano detto che in Italia il femminismo era morto, che era una cosa polverosa e invece l’interesse mi sembra enorme». Rebecca è una saggista statunitense, ma non una qualsiasi. L’hanno definita “la più brillante voce in America sui temi legati alle donne e alla questione di genere”. E, leggendo il suo ultimo lavoro All The Single Ladies appena uscito in Italia, non si può che essere d’accordo. «Il libro si concentra principalmente sugli Stati Uniti - spiega Traister - parlo dell’enorme crescita del numero di donne single. Bianche, nere, asiatiche, ricche, povere, il fenomeno è trasversale. Oggi più del 50% delle americane non è sposato. La stessa cosa accade anche in Italia, in Sud America, in Asia». Un fenomeno globale e una rivoluzione, perché quello che si scopre leggendo il libro di Rebecca è che le donne oggi hanno un potere rivoluzionario. In All the single ladies sottolinea come le donne non siano più obbligate ad essere solo mogli e madri. Le donne storicamente sono sempre state dipendenti dagli uomini, e il matrimonio era la struttura base su cui società e vita delle donne veniva organizzata. Oggi, invece, sempre più donne vivono semplicemente al di fuori del matrimonio. Non si tratta necessariamente di un “rifiuto” del matrimonio, non parlo di giovani donne che crescono dicendo “io non mi sposerò mai”, o “non mi sposerò fino a 40 anni”. E non parlo esclusivamente del matrimonio in sé, ma di tanto altro, del fatto che dopo secoli siano (e debbano essere) considerate esseri umani e non oggetti sussidiari agli uomini dai quali erano costrette a dipendere. Perché, per la prima volta, le donne hanno molte più opportunità per realizzare le loro vite. Studiare, lavorare dove prima era impensabile […] Che rivoluzione è quella che descrive? È una rivoluzione post-sessuale. Il fatto che le donne possano avere una vita sessuale libera da regole imposte non significa forzatamente saltare di continuo da un partner all’altro, o non avere un compagno. Significa semplicemente avere un’infinità di differenti opzioni, tutte caratterizzate dal non essere confinate nell’istituzione matrimonio. […] Infatti il numero crescente di single implica che una persona stringa un numero maggiore di amicizie e abbia una vita sociale molto più attiva. È vero in America, ma in Italia è lo stesso. Oggi, tra i 20 e 30 anni, la maggior parte del tempo non lo passi più in famiglia facendo la moglie o la madre, ma con i tuoi amici. Amici che possono essere anche maschi e amici che diventano la tua famiglia: esci con loro, vivi con loro, mangi con loro, li porti addirittura a casa dei tuoi genitori. In Italia esistono ancora posizioni molto conservatrici sulla concezione della donna. A cosa pensa sia dovuto? Una delle cose che influiscono di più in Italia è la forte ingerenza religiosa e per di più di una religione (il cattolicesimo) che vede la donna come qualcosa di sussidiario. In questo senso la sfida è ancora maggiore qui da voi. […] Comunque anche nel vostro Paese, come da noi, le donne si sposano meno e sempre più tardi e chi governa ne deve tenere conto… invece di proporre campagne orribili come quella del Fertility day, o di dar seguito alle dichiarazioni di papa Francesco sulla teoria del Gender che attenterebbe alla famiglia... (ride) Da voi il femminismo sta diventando mainstream, penso al film Suffragette, o a Cara Delevingne e St. Vincent che si presentano in occasioni pubbliche indossando una maglietta con scritto “il futuro è femmina” (the future is female). Questo contribuisce a rendere più popolari alcune battaglie “femministe” secondo lei? Sì. Ora negli Stati Uniti il femminismo è molto popolare e non era così da parecchi anni. Penso a tutto quello che sta facendo Beyoncé. Per quanto questo tipo di provocazioni possano fare parte di una logica legata al mercato, riescono a rendere il femminismo più popolare proprio tra le giovani donne. Se Cara Delevingne riesce, non dico a far diventare femministe le ragazze, ma a fargli capire che bisogna lottare per la parità di genere, è molto positivo. [su_divider text="In edicola" style="dotted" divider_color="#d3cfcf"]

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Appena uscita dal teatro comunale di Ferrara, Rebecca Traister è entusiasta, ha parlato per un’ora e mezza «nel posto più bello in cui abbia mai tenuto una conferenza». Sgrana gli occhi quasi incredula e mi dice: «era pieno di gente, di giovani, ragazze, ma anche ragazzi. È straordinario. Mi avevano detto che in Italia il femminismo era morto, che era una cosa polverosa e invece l’interesse mi sembra enorme». Rebecca è una saggista statunitense, ma non una qualsiasi. L’hanno definita “la più brillante voce in America sui temi legati alle donne e alla questione di genere”. E, leggendo il suo ultimo lavoro All The Single Ladies appena uscito in Italia, non si può che essere d’accordo. «Il libro si concentra principalmente sugli Stati Uniti – spiega Traister – parlo dell’enorme crescita del numero di donne single. Bianche, nere, asiatiche, ricche, povere, il fenomeno è trasversale. Oggi più del 50% delle americane non è sposato. La stessa cosa accade anche in Italia, in Sud America, in Asia». Un fenomeno globale e una rivoluzione, perché quello che si scopre leggendo il libro di Rebecca è che le donne oggi hanno un potere rivoluzionario.

In All the single ladies sottolinea come le donne non siano più obbligate ad essere solo mogli e madri.
Le donne storicamente sono sempre state dipendenti dagli uomini, e il matrimonio era la struttura base su cui società e vita delle donne veniva organizzata. Oggi, invece, sempre più donne vivono semplicemente al di fuori del matrimonio. Non si tratta necessariamente di un “rifiuto” del matrimonio, non parlo di giovani donne che crescono dicendo “io non mi sposerò mai”, o “non mi sposerò fino a 40 anni”. E non parlo esclusivamente del matrimonio in sé, ma di tanto altro, del fatto che dopo secoli siano (e debbano essere) considerate esseri umani e non oggetti sussidiari agli uomini dai quali erano costrette a dipendere. Perché, per la prima volta, le donne hanno molte più opportunità per realizzare le loro vite. Studiare, lavorare dove prima era impensabile […]
Che rivoluzione è quella che descrive?
È una rivoluzione post-sessuale. Il fatto che le donne possano avere una vita sessuale libera da regole imposte non significa forzatamente saltare di continuo da un partner all’altro, o non avere un compagno. Significa semplicemente avere un’infinità di differenti opzioni, tutte caratterizzate dal non essere confinate nell’istituzione matrimonio. […] Infatti il numero crescente di single implica che una persona stringa un numero maggiore di amicizie e abbia una vita sociale molto più attiva. È vero in America, ma in Italia è lo stesso. Oggi, tra i 20 e 30 anni, la maggior parte del tempo non lo passi più in famiglia facendo la moglie o la madre, ma con i tuoi amici. Amici che possono essere anche maschi e amici che diventano la tua famiglia: esci con loro, vivi con loro, mangi con loro, li porti addirittura a casa dei tuoi genitori.
In Italia esistono ancora posizioni molto conservatrici sulla concezione della donna. A cosa pensa sia dovuto?
Una delle cose che influiscono di più in Italia è la forte ingerenza religiosa e per di più di una religione (il cattolicesimo) che vede la donna come qualcosa di sussidiario. In questo senso la sfida è ancora maggiore qui da voi. […] Comunque anche nel vostro Paese, come da noi, le donne si sposano meno e sempre più tardi e chi governa ne deve tenere conto… invece di proporre campagne orribili come quella del Fertility day, o di dar seguito alle dichiarazioni di papa Francesco sulla teoria del Gender che attenterebbe alla famiglia… (ride)
Da voi il femminismo sta diventando mainstream, penso al film Suffragette, o a Cara Delevingne e St. Vincent che si presentano in occasioni pubbliche indossando una maglietta con scritto “il futuro è femmina” (the future is female). Questo contribuisce a rendere più popolari alcune battaglie “femministe” secondo lei?
Sì. Ora negli Stati Uniti il femminismo è molto popolare e non era così da parecchi anni. Penso a tutto quello che sta facendo Beyoncé. Per quanto questo tipo di provocazioni possano fare parte di una logica legata al mercato, riescono a rendere il femminismo più popolare proprio tra le giovani donne. Se Cara Delevingne riesce, non dico a far diventare femministe le ragazze, ma a fargli capire che bisogna lottare per la parità di genere, è molto positivo.

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