Between 1,200 and 1,800 refugees and migrants, including hundreds of unaccompanied children, are sleeping rough in abandoned buildings and warehouses near Belgrade’s main train station. Temperatures have dropped to -10 C, the buildings have no windows, beds, heating, water, or toilets. People are sleeping on the floor and building fires to keep warm and prepare warm meals. The fires create great health and safety risks. Improvised toilets and spots for waste disposal are right where refugees and migrants sleep, eat and spend their time, therefore hygienic conditions are very poor. Yet, migrants and refugees continue to arrive. Nearly 100 enter Serbia daily, and there are currently 7200 asylum seekers stranded in the country
.Save the Children, together with other agencies and local partners, runs a 24/7 drop-in center in the Refugee aid point in Miksaliste, Belgrade. The center provides new arrivals with immediate life-saving assistance while they wait to register and get accommodated in official shelters. The center also includes a youth space and child friendly corner, providing psychosocial support through creative activities that helps children and teenagers deal with the traumatic events they’ve seen and been through. In Belgrade, Save the Children also runs mobile outreach teams providing legal counselling, and identifying and referring vulnerable cases as appropriate.
È critica la condizione dei migranti e dei rifugiati in Europa, molti a causa delle intemperie e dell’irrigidirsi del clima sono costretti a vivere in condizioni precarie a rischio della vita. A lanciare l’allarme c'è anche Save the Children: «Se non si interverrà tempestivamente, decine di migranti e rifugiati, e soprattutto i bambini, rischieranno la morte per congelamento a causa delle bassissime temperature, conseguenza delle pesanti nevicate e del gelo che hanno colpito in questi ultimi giorni la Grecia e i Balcani».
L’accordo sui migranti tra l'UE e la Turchia ha lasciato le persone in condizioni disperate e le misure di accoglienza messe in atto dall'Europa sono assolutamente insufficienti a gestire l'emergenza. «In Grecia, migliaia di migranti e rifugiati sono bloccati in ex capannoni industriali non idonei alla sopravvivenza, lasciati soli con temperature sotto lo zero» - spiegano dalla onlus - «Sulle isole greche, più di 16.000 rifugiati vivono in campi affollati, la maggior parte all’aperto o in tende già crollate a causa della neve. Le condizioni a Moria, il centro di detenzione sull'isola di Lesbo, sono particolarmente gravi, con almeno 4.000 persone stipate dietro il filo spinato in una struttura che ne prevede solo 2.000. L’unica soluzione a lungo termine possibile è un’accelerazione delle procedure di richiesta di asilo e di ricollocamento in altri paesi europei».
[caption id="attachment_93798" align="aligncenter" width="1024"] EPA/STRATIS BALASKAS[/caption]
Anche da Unhcr lanciano l’allarme: «Date le dure condizioni invernali, siamo estremamente preoccupati dalle notizie che riceviamo secondo cui le autorità di tutti i paesi lungo la rotta dei Balcani occidentali stanno continuando a respingere indietro rifugiati e migranti». In diversi casi inoltre rifugiati e migranti hanno testimoniato diversi abusi nei loro confronti da parte della polizia di frontiera. Molti hanno riferito che i loro telefoni sono stati confiscati o distrutti, privandoli quindi della possibilità di chiamare aiuto, e che in alcuni casi gli sono stati sequestrati anche altri oggetti personali di prima necessità e vestiti esponendoli ancor di più alle dure condizioni ambientali. «Queste pratiche sono semplicemente inaccettabili - commentano dall’organizzazione delle Nazioni Unite per i rifugiati - e devono essere fermati, mettono a rischio la vita dei migranti e violano i loro diritti più fondamentali».
[caption id="attachment_93799" align="aligncenter" width="1024"] EPA/SIMELA PANTZARTZI[/caption]
È critica la condizione dei migranti e dei rifugiati in Europa, molti a causa delle intemperie e dell’irrigidirsi del clima sono costretti a vivere in condizioni precarie a rischio della vita. A lanciare l’allarme c’è anche Save the Children: «Se non si interverrà tempestivamente, decine di migranti e rifugiati, e soprattutto i bambini, rischieranno la morte per congelamento a causa delle bassissime temperature, conseguenza delle pesanti nevicate e del gelo che hanno colpito in questi ultimi giorni la Grecia e i Balcani».
Ad oggi infatti, a quanto riporta l’onlus più di 40 persone – tra le quali diversi rifugiati e migranti – sono morte nella regione balcanica a causa del clima artico. A soffrire le rigide temperature senza accesso ad alcuna fonte di calore o ad un riparo ed essere maggiormente a rischio ipotermia sono soprattutto bambini e neonati. «Molti vivono in campi per migranti assolutamente non attrezzati, in edifici abbandonati, o addirittura all’aperto in strade piene di neve» spiegano gli operatori di Save the children «A Belgrado più di 1.200 rifugiati e migranti hanno cercato un qualche riparo in edifici e magazzini abbandonati e ci sono tra loro centinaia di minori soli, anche di 10 o 11 anni, un numero destinato a crescere con i nuovi arrivi. Le temperature negli ultimi giorni sono scese fino a -10°C e questi edifici non hanno infissi, letti, acqua o servizi igienici di base. Le persone dormono sul pavimento, rischiando ulteriori pericoli quando accendono fuochi incontrollati per scaldarsi. Molti non hanno guanti o scarpe adatte ad affrontare il freddo e sono stati già stati segnalati molti casi di congelamento. Le condizioni igieniche sono estreme, toilette improvvisate e rifiuti sono negli stessi posti dove i migranti mangiano o dormono o dove cercano riparo».
L’accordo sui migranti tra l’UE e la Turchia ha lasciato le persone in condizioni disperate e le misure di accoglienza messe in atto dall’Europa sono assolutamente insufficienti a gestire l’emergenza. «In Grecia, migliaia di migranti e rifugiati sono bloccati in ex capannoni industriali non idonei alla sopravvivenza, lasciati soli con temperature sotto lo zero» – spiegano dalla onlus – «Sulle isole greche, più di 16.000 rifugiati vivono in campi affollati, la maggior parte all’aperto o in tende già crollate a causa della neve. Le condizioni a Moria, il centro di detenzione sull’isola di Lesbo, sono particolarmente gravi, con almeno 4.000 persone stipate dietro il filo spinato in una struttura che ne prevede solo 2.000. L’unica soluzione a lungo termine possibile è un’accelerazione delle procedure di richiesta di asilo e di ricollocamento in altri paesi europei».
Anche da Unhcr lanciano l’allarme: «Date le dure condizioni invernali, siamo estremamente preoccupati dalle notizie che riceviamo secondo cui le autorità di tutti i paesi lungo la rotta dei Balcani occidentali stanno continuando a respingere indietro rifugiati e migranti». In diversi casi inoltre rifugiati e migranti hanno testimoniato diversi abusi nei loro confronti da parte della polizia di frontiera. Molti hanno riferito che i loro telefoni sono stati confiscati o distrutti, privandoli quindi della possibilità di chiamare aiuto, e che in alcuni casi gli sono stati sequestrati anche altri oggetti personali di prima necessità e vestiti esponendoli ancor di più alle dure condizioni ambientali. «Queste pratiche sono semplicemente inaccettabili – commentano dall’organizzazione delle Nazioni Unite per i rifugiati – e devono essere fermati, mettono a rischio la vita dei migranti e violano i loro diritti più fondamentali».