Qualche giorno fa, parlando con una giornalista, mi è capitato di rispondere ad una domanda semplice ma a cui in effetti non ero assolutamente preparato. “Ma dimmi, e ora cosa sta succedendo nell’area che seguiva Fagioli?” In effetti è una domanda a cui non ho una risposta precisa perché in effetti non so cosa stiano facendo le persone che facevano ricerca con lo psichiatra Massimo Fagioli. Non ne ho la più pallida idea. E il motivo è semplice: non c’è un’associazione o un gruppo o un qualcosa che mette insieme quelle persone se non l’interesse, la ricerca e un pensiero che dicono che una realtà umana diversa è possibile. Sono persone che non fanno riferimento ad un partito, non fanno riferimento a qualcuno o qualcosa di specifico. Mi azzarderei a dire che anche quando Fagioli era vivo non era un fare riferimento specificamente a lui. C’era un fare riferimento ad un pensiero. E c’era uno stare insieme irrazionale. Con un fine di ricerca personale e collettiva. E poi naturalmente c’era Fagioli con la sua straordinaria intelligenza e capacità di rapporto… Questo forse vuol dire la parola realtà umana diversa ? Continuando la chiacchierata con la bella giornalista mi sono ritrovato a dirle una cosa per me ovvia ma che ho scoperto non lo era affatto per lei. Le ho detto che Fagioli sosteneva il fatto che nella realtà psichica non cosciente c’è un’intelligenza che è di molto superiore, nel senso della capacità di comprensione e rapporto con il mondo e con gli altri esseri umani, di quella cosciente. Che poi in fondo il grande lascito del pensiero di Fagioli è questo: il cosiddetto inconscio umano non è affatto un deposito di ricordi o di idee perverse senza capo né coda. Il cosiddetto inconscio, che Fagioli preferiva chiamare realtà psichica non cosciente è una realtà, nel senso di una cosa esistente, che ha rapporto con il mondo e che può manifestare un’enorme intelligenza. È il pensiero che può manifestarsi nella veglia in diverse forme. Può essere l’arte di un genio come Picasso o la musica di Mozart o le scoperte geniali di Einstein. E fin qui tutti sono d’accordo. Fagioli dice però che questa intelligenza può essere di tutti! Perché la sua origine è alla nascita. È lo stesso pensiero che compare nei sogni che non sono residui senza importanza dell’attività diurna. Sono pensiero altrettanto importante e valido del pensiero razionale e cosciente. È un’intelligenza che parla dell’umano più vero perché ha rapporto con esso in maniera profonda ed esatta. Certo, può capitare che questa intelligenza… sia nascosta… o ferita... magari addirittura non ci sia più, perché ignorata come se non esistesse… ignorata e uccisa là dove si dovrebbe sviluppare, dopo la nascita del bambino. Ignorata e uccisa da millenni di pensiero religioso e razionale. È questo forse l’ultimo grande confine. La linea oltre la quale l’uomo moderno non riesce ad avere la forza di immaginare qualcosa di nuovo. Nel 1492 la scoperta dell’America ha costretto l’uomo ad allargare i confini del proprio pensiero. L’enorme vastità del mondo non era più compatibile con il pensiero aristotelico e religioso. La presenza di esseri umani al di là dei confini del mondo… metteva in crisi le certezze del pensiero religioso. L’essere umano è stato costretto a realizzare che i confini non esistevano fuori di sé… erano in realtà dentro di sé. Galileo poi… Giordano Bruno e Caravaggio. I confini del mondo interno sono stati superati da menti geniali. Che hanno manifestato la loro intelligenza inconscia non onirica in pensieri e rappresentazioni di immagini… scritti ed immagini che parlavano e dicevano qualcosa che non era mai stato pensato prima. Non erano sogni. Oggi come 525 anni fa i confini del mondo sono dentro di noi. Perché il mondo non ha confini, non li ha mai avuti. È necessaria l’intelligenza nuova che sta nell’inconscio dell’essere umano per superarli, come sempre è stato nella storia dell’umanità. I geni sono i precursori, quelli che aprono la strada. Noi, dobbiamo soltanto avere il coraggio e l’intelligenza di studiarli, quei geni. E di realizzare, anche noi, una nuova umanità. [su_divider text="In edicola " style="dotted" divider_color="#d3cfcf"]

Lo trovi su Left in edicola

 

[su_button url="https://left.it/left-n-19-13-maggio-2017/" background="#a39f9f" size="7"]SOMMARIO[/su_button] [su_button url="https://left.it/prodotto/left-192017-13-maggio/" target="blank" background="#ec0e0e" size="7"]ACQUISTA[/su_button]

[su_divider text=" " style="dotted" divider_color="#d3cfcf"]

Qualche giorno fa, parlando con una giornalista, mi è capitato di rispondere ad una domanda semplice ma a cui in effetti non ero assolutamente preparato. “Ma dimmi, e ora cosa sta succedendo nell’area che seguiva Fagioli?” In effetti è una domanda a cui non ho una risposta precisa perché in effetti non so cosa stiano facendo le persone che facevano ricerca con lo psichiatra Massimo Fagioli. Non ne ho la più pallida idea. E il motivo è semplice: non c’è un’associazione o un gruppo o un qualcosa che mette insieme quelle persone se non l’interesse, la ricerca e un pensiero che dicono che una realtà umana diversa è possibile.
Sono persone che non fanno riferimento ad un partito, non fanno riferimento a qualcuno o qualcosa di specifico. Mi azzarderei a dire che anche quando Fagioli era vivo non era un fare riferimento specificamente a lui. C’era un fare riferimento ad un pensiero. E c’era uno stare insieme irrazionale. Con un fine di ricerca personale e collettiva. E poi naturalmente c’era Fagioli con la sua straordinaria intelligenza e capacità di rapporto…
Questo forse vuol dire la parola realtà umana diversa ?
Continuando la chiacchierata con la bella giornalista mi sono ritrovato a dirle una cosa per me ovvia ma che ho scoperto non lo era affatto per lei.
Le ho detto che Fagioli sosteneva il fatto che nella realtà psichica non cosciente c’è un’intelligenza che è di molto superiore, nel senso della capacità di comprensione e rapporto con il mondo e con gli altri esseri umani, di quella cosciente.
Che poi in fondo il grande lascito del pensiero di Fagioli è questo: il cosiddetto inconscio umano non è affatto un deposito di ricordi o di idee perverse senza capo né coda. Il cosiddetto inconscio, che Fagioli preferiva chiamare realtà psichica non cosciente è una realtà, nel senso di una cosa esistente, che ha rapporto con il mondo e che può manifestare un’enorme intelligenza.
È il pensiero che può manifestarsi nella veglia in diverse forme. Può essere l’arte di un genio come Picasso o la musica di Mozart o le scoperte geniali di Einstein.
E fin qui tutti sono d’accordo. Fagioli dice però che questa intelligenza può essere di tutti! Perché la sua origine è alla nascita. È lo stesso pensiero che compare nei sogni che non sono residui senza importanza dell’attività diurna. Sono pensiero altrettanto importante e valido del pensiero razionale e cosciente.
È un’intelligenza che parla dell’umano più vero perché ha rapporto con esso in maniera profonda ed esatta.
Certo, può capitare che questa intelligenza… sia nascosta… o ferita… magari addirittura non ci sia più, perché ignorata come se non esistesse… ignorata e uccisa là dove si dovrebbe sviluppare, dopo la nascita del bambino. Ignorata e uccisa da millenni di pensiero religioso e razionale.
È questo forse l’ultimo grande confine. La linea oltre la quale l’uomo moderno non riesce ad avere la forza di immaginare qualcosa di nuovo. Nel 1492 la scoperta dell’America ha costretto l’uomo ad allargare i confini del proprio pensiero. L’enorme vastità del mondo non era più compatibile con il pensiero aristotelico e religioso. La presenza di esseri umani al di là dei confini del mondo… metteva in crisi le certezze del pensiero religioso. L’essere umano è stato costretto a realizzare che i confini non esistevano fuori di sé… erano in realtà dentro di sé.
Galileo poi… Giordano Bruno e Caravaggio. I confini del mondo interno sono stati superati da menti geniali. Che hanno manifestato la loro intelligenza inconscia non onirica in pensieri e rappresentazioni di immagini… scritti ed immagini che parlavano e dicevano qualcosa che non era mai stato pensato prima. Non erano sogni.
Oggi come 525 anni fa i confini del mondo sono dentro di noi. Perché il mondo non ha confini, non li ha mai avuti.
È necessaria l’intelligenza nuova che sta nell’inconscio dell’essere umano per superarli, come sempre è stato nella storia dell’umanità. I geni sono i precursori, quelli che aprono la strada. Noi, dobbiamo soltanto avere il coraggio e l’intelligenza di studiarli, quei geni. E di realizzare, anche noi, una nuova umanità.

Lo trovi su Left in edicola

 

SOMMARIO ACQUISTA