Sinistra italiana propone di riorganizzare i docenti precari ed eliminare la chiamata diretta, pilastro della Buona scuola. I Cinquestelle vogliono togliere i finanziamenti statali alle paritarie e cambiare il sistema di valutazione. Ecco alcune proposte per andare oltre la legge 107

Siamo alla fine di maggio e la scuola è finita, ma per alcune forze dell’opposizione è questo il tempo per cominciare a riflettere e lanciare proposte sull’istruzione pubblica. Sarà che la legge 107 ha ormai collezionato due anni di tensioni e fallimenti eclatanti – dal caos sui trasferimenti dei docenti ai risultati negativi dell’alternanza scuola-lavoro -, sarà soprattutto che le elezioni sono alle porte, fatto sta che sia Sinistra italiana che il Movimento 5 stelle hanno elaborato o stanno elaborando un progetto di riforma della Buona scuola renziana, consolidata adesso dai decreti attuativi varati dalla ministra Fedeli.

Valutazione, chiamata diretta dei docenti, finanziamenti alle scuole paritarie, formazione insegnanti, nuova didattica e soprattutto riorganizzazione delle assunzioni: sono questi i temi centrali delle proposte targate M5s e Sinistra italiana. Con alcuni punti in comune e ovviamente distinzioni di fondo.

Ne parliamo nel numero di Left in edicola, dove, oltre a raccontarvi le proposte dei 5 stelle e di Sinistra Italiana, che riguardano le graduatorie e i test Invalsi, ma anche la chiamata diretta e i finanziamenti alle paritarie, vi segnaliamo Brutta e cattiva. La scuola di Renzi e Gentiloni, una breve guida realizzata (per Sinistra Italiana) da Beppe Bagni, Giorgio Crescenza, Alba Sasso, Simonetta Fasoli e Carlo De Santis, che hanno analizzato gli otto decreti attuativi della Buona scuola. Buona lettura.

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