L'editoriale di Matteo Fago è tratto dal numero di Left in edicola
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[su_divider text=" " style="dotted" divider_color="#d3cfcf"]Cari Radicali italiani, scusateci se facciamo i pierini. Ma proprio non ce la facciamo a stare zitti. Siete tutti contenti che il buon papa Francesco abbia appoggiato la vostra campagna “Ero straniero”. Non avete considerato che il papa appoggia la vostra campagna perché in realtà è una campagna razzista. O quantomeno nazionalista.
Se voi celebrate il fatto che uno straniero non lo sia più perché acquista diritti in Italia, implicitamente dite che finché è straniero non ha diritti.
Per questo il papa ha aderito. Il papa (e il Vaticano) non sono per l’accoglienza. O meglio lo sono ma solo quando non riguarda loro e a prescindere dai diritti. Anzi meglio se gli immigrati non hanno diritti. Dovranno essere assistiti. Naturalmente da associazioni e organizzazioni cattoliche ma non a loro spese. A spese dello Stato, ovviamente.
Non che questo sia sbagliato, anzi! Lo Stato deve farsi carico di queste spese. Quello che contestiamo è che il papa predichi bene ma razzoli malissimo. Quanti sono i migranti che il Vaticano accoglie nel suo territorio? Quali sono le politiche di accoglienza che il Vaticano fa nelle sue proprietà e a spese che non siano a carico della collettività italiana?
Viviamo in un mondo iper-globlalizzato. Non esistono confini per le informazioni, per le merci e per il danaro.
Perché mai i confini sono ancora validi per le persone? Se pure esistono le nazioni e le nazionalità perché non immaginare un mondo in cui le persone siano libere di spostarsi e di risiedere dove meglio credono?
Si può anche stabilire diritti parziali per chi risiede in un dato luogo non dalla nascita o da poco tempo. Ma non ha nessun senso parlare ancora dell’idea di “straniero”.
Perché lo straniero non esiste.
Si sa che la libera circolazione delle persone arricchisce le nazioni che decidono di aprire le proprie frontiere. Vedi per esempio l’Europa dopo Schengen che ha prodotto solo un arricchimento di tutte le nazioni partecipanti.
Poi però, se si tratta di aprire le frontiere agli extracomunitari allora no. Sono stranieri.
Il problema, si badi bene, non è economico. L’Economist in un pezzo sul numero del 13 luglio di quest’anno ha calcolato che le frontiere aperte avrebbero un effetto positivo sull’economia mondiale quantificabile in una cifra pari o superiore 78.000 miliardi di dollari.
Il problema è evidentemente solo culturale. Molto dopo è politico.
Così come siamo tutti uguali nella biologia del nostro corpo, fatte salve le differenze fisionomiche e sessuali, c’è un’uguaglianza di fondo in tutti gli esseri umani che ha il suo fondamento nella dinamica di formazione del pensiero che si ha alla nascita, come teorizzato da Massimo Fagioli nella Teoria della nascita (cfr. Istinto di morte e conoscenza, L’Asino d’oro edizioni)
Se così è, non c’è alcun motivo valido per dire che qualcuno è straniero e qualcun altro no.
Esistono differenze linguistiche e culturali che rispondono a differenti percorsi di vita e di formazione personale di ognuno di noi. Ma non esistono differenze nell’essere tutti esseri umani.
Festeggiare chi non è più straniero rischia di essere la stessa cosa di un battesimo! “Ora che tu sei italiano e non sei più un mezzo uomo come quando eri straniero”. E tutti quelli che sono ancora stranieri? Li possiamo mandare via? Non sono cittadini e quindi non hanno diritti?
E voi lo sapete vero, cari Radicali, cosa ha detto papa Francesco del battesimo? “Un bambino battezzato non è lo stesso di un bambino non battezzato”. Come dire, quello non battezzato non è in realtà un essere umano perché non fa parte dell’umanità vera che è quella di chi è cristiano. (Chi vuole può cercare su Google la frase e trovare il discorso completo).
E ancora, per voi che siete i paladini dei diritti civili, che vuol dire integrazione?
Perché, se la Costituzione garantisce la libertà di esprimere il proprio pensiero, muoversi liberamente sul territorio dello Stato, associarsi liberamente e praticare il culto che si vuole, qualunque criterio di “integrazione” che stabilisca quali comportamenti si debbano tenere per essere considerati integrati è inevitabilmente anticostituzionale.
L’unica regola dovrebbe essere: si è integrati se si rispetta la legge. Null’altro.
I preti vi hanno venduto lucciole per lanterne. In questo sono imbattibili, hanno un’esperienza di migliaia di anni.
Pensateci cari Radicali. La campagna giusta è nessuno è straniero!