Dal 13 al 17 aprile, nello storico quartiere romano, musica, libri, spettacoli. Sulle note del QuadraCoro

Un’altra data importante, oltre al 25 aprile, è quella del 17 aprile. È il giorno che rimanda ai tristi fatti del 1944, noti come il rastrellamento del Quadraro. Furono 750 i deportati, scovati dai nazisti in un quartiere soprannominato, dagli stessi tedeschi, “Nido di Vespe” per l’odio nutrito nei loro riguardi dagli abitanti, visibile nell’urbanistica del quartiere. Nei dedali di quel territorio, i soldati, su ordine del comandante Kappler, stanarono uomini tra i quindici e i cinquant’anni, violando fortemente la resistenza partigiana romana. Conosciuta col nome in codice “Operazione Balena”, la vigliacca azione militare ebbe, altresì, lo scopo di inviare manodopera in fabbriche chimiche, minerarie o a scavare trincee, in Germania con il noto e triste epilogo. A ricordare quei tragici avvenimenti, avvenuti nel cosiddetto “Quadraro vecchio”, che oggi si estende anche al “nuovo” territorio, al di là della Tuscolana a ridosso di Porta Furba, l’arco che si forma nell’incrocio tra la via in questione e l’acquedotto Felice, un festival per non dimenticare tutti quegli uomini strappati ai loro affetti e alla sana resistenza. Per il settantaquattresimo anniversario, cinque giornate ricche di attività, iniziative, mostre, arte e concerti, dislocati in tutto il territorio dell’attuale V municipio, dal 13 al 17 aprile.
A promuovere l’atteso evento, il centro sociale occupato Spartaco, l’associazione Officina Via Libera, l’associazione Punto di Svista, ASD Quadrato. Con loro tante realtà e altrettanti luoghi, ormai certezze culturali del quartiere, come la Biblioteca interculturale Cittadini del mondo. Tutti confluiti nel logo “Q44”: un’identità che raccorda varie associazioni quando si tratta di commemorare il rastrellamento del Quadrato, con l’obiettivo di mantenere viva la memoria e il significato profondo dell’identità e dei valori antifascisti del quartiere.
Gli appuntamenti sono molti e tutti con uno spessore elevatissimo. Si inizia venerdì 13, con un workshop del Liceo artistico Argan, mentre al Csoa Spartaco, di via Selinunte, ci sarà la presentazione del libro “Sovversive ad Honorem” di Pasquale Grella. Sabato 14, presso la menzionata biblioteca ormai, centro di aggregazione e scambio culturale, sarà visibile la mostra fotografica di Marco Santi. Tra gli altri appuntamenti, anche quello che si terrà presso Moggio Vineria per la mostra “Foto storiche del Quadraro raccontate”, a cura di Riccardo Sansone. Ci sarà martedì 17, giornata conclusiva del festival, la deposizione delle corone alla lapide in memoria dei rastrellati, presso il Parco 17 aprile 1944 di Piazza dei Tribuni. Che siano strade, locali o altri contesti, tutti si prestano, in questi cinque giorni, al ricordo di quella terribile alba, da riportare nei libri di scuola.
A raccontarci di questa iniziativa, con orgoglio e passione, è Maria Anna Tomassini. Archivista e attivista di ogni iniziativa dedicata alla memoria di quel giorno, residente al Quadraro, nonché corista del “QuadraCoro”, coro amatoriale del quartiere, formato da ben 60 elementi, diretti dal maestro Francesco Giannelli, affiancato dalla maestra di pianoforte Sabrina De Carlo. Ad illustrarci il fitto, e variegato, programma è proprio Maria Anna che mi porta, idealmente, in giro per le strade e la storia del quartiere e che alterna il ricordo toccante della maledetta deportazione al racconto delle tante iniziative che animeranno questi giorni. Tra queste, anche l’installazione interattiva che l’artista Ugo Spagnuolo ha creato per l’occasione, che si affianca al murale “Vuoti di memoria”, dallo stesso realizzato, visibile alla stazione della metropolitana di Porta Furba. Non dimenticare è il motto, l’idea che deve accomunare tutti, al Quadraro e tutto intorno, e Anna Maria è orgogliosa di non dimenticare e di non far dimenticare: “Vivo al Quadraro e fin dal primo giorno, per me è stato un tarlo l’idea di dover ricordare; mi sono appassionata a rendere viva la memoria del quartiere. Questa è la borgata ribelle! Io abito in via dei Quintili, in una via tramortita dal rastrellamento; il mio civico risponde, a livello di urbanistica, al nido di vespe: un luogo che proteggeva i partigiani e chi svolse attentati di ogni genere per sabotare i nazifascisti. Entri nel cortile e ti trovi dieci palazzi e non sai dove si entra, c’è proprio l’idea di fuga e di rifugio. Oggi faccio parte del QuadraCoro e il mio impegno, che metto come opera di servizio, mi rende un punto di riferimento per la memoria e la condivisione”.
Nel 2014 Maria Anna, insieme a un’altra componente del coro, Valentina Calderone, hanno realizzato un video-appello con la partecipazione di attori e artisti, come Valerio Mastandrea, Moni Ovadia, per un’altra nobile causa, quella che i noti fatti fossero inseriti nei libri di testo delle scuole e ci sono riuscite: “Questo è il valore vero del collettivo” ribadisce più e più volte Maria Anna!
Quest’anno, il Festival è dedicato a Sisto Quaranta, un deportato scomparso lo scorso ottobre. Uno degli ultimi sopravvissuti.
La cosa straordinaria è che ogni Q44 viene ricordato qualcuno. Purtroppo Sisto Quaranta è morto da poco e noi pensiamo che sia uno degli ultimi “rastrellati”, ma il problema è che non sappiamo quanti sono stati a tornare, non sono mai stati quantificati. Non c’è una vera conoscenza storica, sono sempre stati undici, dodici quelli che si sono esposti sempre, andando nelle scuole. Sisto è sempre stato il più capace a coinvolgere i giovani e le future generazioni. Quando ho comprato casa al Quadraro, ho iniziato subito a interessarmi a questi fatti perché ho conosciuto lui e mi ha detto che voleva che questa storia fosse conosciuta da tutti prima che lui morisse. Sisto denunciava una certa dimenticanza dei fatti del Quadraro, da parte delle istituzioni, perché, lui diceva, è un quartiere proletario, mentre se fosse accaduto ai Parioli se lo sarebbero certamente ricordato! Lui lo dice in modo forte, in un video che fa parte di uno spettacolo teatrale che è stato già portato al Valle occupato.
Si tratta dello spettacolo “Nido di vespe” che porterete di nuovo in scena lunedì 16 aprile.
Sì, presso il teatro Off Off di via Giulia. Nel 2013, quando per la prima volta fu proiettato il video in cui Sisto parla, arrivò tutto l’orgoglio che si può provare a raccontare questo avvenimento. Lui era un grande comunicatore e non si è mai risparmiato. Questo spettacolo, ci tengo a dirlo, è il risultato di una numerosa raccolta di racconti e testimonianze dirette dei rastrellati e dei testimoni di quella tragica alba del ‘44. Il regista e attore protagonista, Daniele Miglio, è il nipote della donna che nel video-appello fa un gesto bellissimo con le mani, che sbattono sul tavolo, per spiegare il rumore dei passi dei nazifascisti. Si tratta di un lavoro preziosissimo anche dal punto di vista storico e della condivisione del valore della memoria, e ha sempre girato nelle scuole del quartiere anche nella sua versione reading, che sabato 14 verrà presentata presso un luogo ideale per bambini e ragazzi, che è “Baracca e Burattini” in via dei Furi.
Le iniziative sono sparse in tutto il territorio del quartiere, nelle scuole o altri locali, ma ha il suo fulcro in Piazza dei Tribuni, dove c’è il mausoleo.
Quello del mausoleo è un giardino che si chiama proprio “Parco 17 aprile 1944”, che, di recente, è stato oggetto di vandalismo e questa cosa non era mai accaduta. Hanno disegnato svastiche, simboli del degrado, come del resto è il fascismo, che è sempre stato figlio del degrado, al pari del razzismo. Le istituzioni da qualche anno sono sempre più assenti, mentre dieci anni fa, almeno fino al 2014, c’era l’orgoglio dell’amministrazione comunale a essere presenti. Addirittura firmammo un protocollo di intesa tra gli, attuali, municipi V e VII, con Zingaretti, perché il 17 aprile fosse equiparato al 25 aprile. Adesso, al degrado del parco in onore dei rastrellati coincide un degrado di valori circa l’importanza dell’antifascismo come valore attuale. L’evidenza su questo parco merita. Le svastiche sono state cancellate in quattro giorni. Avevo subito chiesto proprio a Spagnuolo di cancellarle, ma poi ho avvertito le associazione e abbiamo fatto scoppiare il caso attraverso i giornali. Però ho scritto al presidente del municipio chiedendogli di prendersi come impegno personale quello di tutelare questo parco, che è un’eccellenza. Questo parco va curato ogni giorno.
Tra i molti contributi, appunto la possibilità di ammirare le opere di Ugo Spagnuolo che mantengono vivo il ricordo. Lui lo ha fatto in due modi originalissimi.
Sì, oltre al murales, ci sarà un’altra opera che verrà presentata il 17 aprile, in concomitanza con il concerto del QuadraCoro all’Istituto J. Piaget Diaz di via Diana. È un’opera anche sonora. Si vede questa bottiglia inserita in un marchingegno di cavatappo che ha dentro un piccolo registratore che elenca le 750 persone rastrellate. Un vero e proprio appello di tutti i nomi dei rastrellati, che sono stati presi dall’elenco di don Gioacchino Rey, che sta nelle ultime pagine del libro di Walter De Cesaris, “La borgata ribelle”. Rappresenta il primo atto di memoria del rastrellamento che è avvenuto qualche giorno dopo lo stesso, grazie a questo prete, che comunque era antifascista, e che ha cominciato a trascrivere i nomi di quelli che erano stati presi, con via, numero civico. È un primo atto di memoria, un documento importantissimo. Questo elenco, quando lo si ascolta, è un flusso, come una nenia, ma si può interrompere e a quel punto si ascoltano dei cori che inneggiano al “mi ricordo”. Francesco Giannelli e Ugo Spagnuolo si sono messi insieme a realizzare questa parte sonora: una drammatizzazione che fa tremare la voce ed emozionare tanto.
Con il QuadraCoro attingerete al vostro prezioso repertorio che contiene una canzone dedicata a questa giornata.
Eseguiremo otto brani e sì, anche la canzone che si intitola proprio “17 aprile 1944” ed è tratta da una poesia di Aldo Poeta, mentre la musica è del nostro direttore. Aldo Poeta era un comunista di quelli che hanno fatto tanto per il Quadraro e la sua poesia la si può trovare all’interno del libro di De Cesaris. Un libro importante, il primo che raccontò nel dettaglio, e con moltissime testimonianze, la storia del rastrellamento, senza tralasciare il contesto storico nel quale avvenne questa terribile azione per mano dei nazifascisti guidati dal comandante Herbert Kappler, “er maledetto” come lo definì Aldo Poeta nella sua poesia “17 aprile 1944 Unternehmen Walfisch-Operazione Balena (Li mortacci loro)”.

Il link per consultare il programma di Q44 Festival della memoria e della resistenza del Quadraro è: https://q44alquadraro.wordpress.com/2018/04/01/q44-2018/#more-80

nella locandina una foto di i Sisto Quaranta uno dei pochissimi rastrellati che  poté tornare a casa, scomparso l’anno scorso