Dopo la timida riforma sanitaria di Obama, il senatore democratico sta lavorando a un piano molto più audace e universale. Si fonda sull’idea di un sistema sanitario gestito dallo Stato e finanziato con le tasse dei più ricchi

Granbury è una cittadina turistica situata sull’omonimo lago all’estremità sud-occidentale del Dallas-Fort Worth metroplex, nel nord del Texas. Una località pittoresca caratterizzata da villette in stile vittoriano ben tenute, e una piazzetta centrale traboccante di ristoranti e bar di lusso – un’economia tenuta ben viva dagli abitanti di Dallas, che trovano riparo dal trambusto cittadino senza allontanarsi troppo. In sostanza, Granbury è un luogo per persone benestanti. Chi non è considerato abbiente da queste parti lo deve solo al fatto di possedere un’imbarcazione troppo modesta rispetto alla media. Eppure nemmeno in luoghi come questi si riesce a stare al riparo da determinate realtà socio-economiche oggi endemiche negli Stati Uniti.

La scena che mi si è parata davanti, al semaforo sulla Glenn Rose Highway mentre raggiungevo Granbury, era piuttosto esplicita: all’angolo della strada, sotto il sole rovente delle 15 di un pomeriggio di maggio texano, un uomo agitava un cartello scritto a mano. Questa cosa può risultare familiare nelle città americane. È facile incrociare lavoratori assunti a salario minimo mentre pubblicizzano in maniera teatrale una qualche attività locale. Ma quest’uomo, lo si percepiva dai modi e dall’abbigliamento, non era di certo uno di loro, e la contraddizione visiva ha catturato all’istante la mia attenzione. Cosa stava “vendendo”? Gadget religiosi? Supporto a un candidato politico? Il cartello era di colore rosa, con la scritta in nero: “Raccolta fondi. Mia moglie ha il cancro.”

La copertura sanitaria degli Stati Uniti è piuttosto complessa, ma l’impatto sociologico di tale complessità risulta molto semplice: nessuno rimane immune dai suoi esiti arbitrari. Semplicemente, non si sa quando toccherà a te di ritrovarti invischiato nei suoi gangli contorti, e quando ciò accade non è semplice comprendere perché, per dirne una, la tua quota da pagare per tre punti di sutura su un dito si aggiri intorno ai 900 dollari. Di modi per non rimanere schiacciati da tale evenienza ce n’è soltanto uno: evitare di ammalarsi, di farsi male. E magari imparare da sé le più elementari procedure di primo soccorso per evitare un salasso economico per un banalissimo infortunio. Le frammentarie riforme introdotte da Barack Obama con l’Obamacare del 2010 erano sì dirette a importanti questioni, ma per il consumatore medio della sanità americana i cambiamenti pratici non sono risultati decisivi.

Il decreto è risultato molto controverso, al punto da fomentare quel livore sociale che è confluito nell’organizzazione politica di estrema destra nota come il Tea Party, che in fin dei conti ha aiutato a sgombrare il cammino dei Repubblicani verso il controllo dell’apparato governativo a diversi livelli, e verso la presidenza di Donald Trump. In altre parole, nel tentativo di migliorare leggermente un sistema malato, purtroppo si….

L’inchiesta di Joel Weickgenant prosegue su Left in edicola


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