«Qui, prima, tutto veniva fatto “con gli amici degli amici”. Noi siamo passati dal clientelismo al diritto, e sfido chiunque a dire il contrario». Renato Accorinti va fiero della “rivoluzione culturale” portata a Messina cinque anni fa, quando venne eletto sindaco superando al ballottaggio il centrosinistra che per una cinquantina di voti non era passato al primo turno. L’elezione di Accorinti nella città dello stretto fu una ventata nuova per la Sicilia. Tante speranze all’inizio e poi cinque anni di lavoro impegnativo per un’amministrazione che in consiglio comunale ha incontrato continui ostacoli.
Il 10 giugno, il vulcanico ex insegnante, pacifista e attivista ambientalista ci riprova. Con il suo linguaggio diretto spiega l’entità della sfida. «La prima volta che abbiamo vinto, ho detto che eravamo riusciti ad allineare i pianeti. Se vinciamo la seconda volta, sbarelliamo l’asse terrestre», dice a Left sorridendo. Sostenuto da tre liste civiche – Cambiamo Messina dal basso, Renato Accorinti Sindaco e Percorso comune – Accorinti se la dovrà vedere con altri sei candidati tra cui Dino Bramanti per il centrodestra e Antonio Saitta per il centrosinistra e un altro, Cateno De Luca, ex assessore regionale eletto per l’Udc, con vicende giudiziarie alle spalle (sempre assolto). Alle politiche del 4 marzo il M5s ha stravinto al Sud mentre la Lega è riuscita a far eleggere Salvini a Reggio Calabria: questo scenario per Accorinti si riflette anche a Messina «dove i due candidati sindaco dei Cinque stelle e di Salvini si fanno forti perché possono avere un’interlocuzione con il governo».
Quanto all’alleanza gialloverde, il giudizio è netto: «I Cinque stelle hanno deluso tutti quei cittadini che pensavano di trovare una forza progressista e invece hanno trovato persone che si sono messe con Salvini che vuole togliere 5 miliardi all’accoglienza migranti e che fa affermazioni contro i diritti umani di stampo neonazista». Ma la realtà di Messina, continua il sindaco, è ancora quella che…