Maria Grazia Calandrone è tra le voci più intense della poesia italiana. Il suo è un percorso di vita segnato dall’abbandono a otto mesi da parte della madre biologica e dalla resistenza attraverso la scrittura. Ne parla nel colloquio con la psichiatra e psicoterapeuta Barbara Pelletti
«Esistono addirittura poeti viventi», io ne ho conosciuta una, Maria Grazia Calandrone.  Durante l’intervista, ho superato la soggezione pensando che abbiamo entrambe confidenza, per vie diverse, con la «materia oscura dei mondi invisibili». Per introdurla però le ho rubato le parole, parole che lei ha dedicato ad altri poeti: Bianca Maria Frabotta (“All’amica scomparsa”, Il…