Il rincaro degli affitti si abbatte sui lavoratori precari e le famiglie povere con figli piccoli. Ma il governo Meloni non ha rifinanziato il fondo di sostegno. E sono oltre 600mila le richieste, inevase, di un alloggio popolare
«Non posso stipulare un regolare contratto di affitto perché a lavoro non sono in regola. Così vivo come “ospite” in un appartamento, pago in nero 500 euro per una stanza, più tutte le spese».
Maricica abita nella periferia est di Roma. È una donna rumena che si trova in Italia da 20 anni, lavorando saltuariamente senza contratto come colf in case vacanze o centri sportivi della Capitale. Non ha la certezza di un reddito, ma soprattutto di un’abitazione, vive perciò nella costante paura di rimanere senza “un tetto”. «Non ho alcuna sicurezza riguardo al mio futuro - dice - non posso che sperare».
Maricica si trova in una situazione abitativa precaria, che potrebbe precipitare fino a farla diventare davvero una senzatetto.
Secondo l’ultimo censimento della popolazione pubblicato dall’Istat le persone senza fissa dimora iscritte all’anagrafe in Italia nel 2021 erano quasi 100mila, per essere precisi 96.197. I dati precedenti, che risalgono al 2014, rivelano che le persone erano circa 50mila, la metà. Una contraddizione in un Paese descritto spesso come saldamente legato alla proprietà della casa. Ma come raccontano la storia di Maricica e i numeri rilasciati da Openpolis, vi è una seconda emergenza che sfata questo mito. Il report di luglio della fondazione indipendente infatti sottolinea chiaramente come la questione affitti rappresenti un elemento chiave per la condizione economica delle famiglie. Sempre più nuclei familiari giovani con figli vivono in affitto e fra loro molti sono in seria difficoltà.
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