L’anno nuovo dell’arte promette molto in Italia e all’estero (da Van Gogh, poets and lovers alla National Gallery a Picasso e l’«arte negra» a Milano). Non mancheremo di raccontarvelo. Qui vorremmo invitarvi a visitare insieme l’affascinante retrospettiva di Anish Kapoor, che in Palazzo Strozzi a Firenze è aperta fino al 4 febbraio
Come l’Angelus Novus, di Walter Benjamin, ispirato a un celebre acquerello di Paul Klee, l’anno nuovo dell’arte ci proietta verso il futuro con uno sguardo sul passato e in particolare su una delle più importanti mostre inaugurate nel 2023. Parliamo della mostra Kapoor. Untrue Unreal, aperta a Palazzo Strozzi a Firenze fino al 4 febbraio 2024. Una retrospettiva che - proprio come il vortice emotivo che avvolge l’Angelus Novus di cui parla Benjamin nel suo celebre frammento edito da Einaudi ci fa ripercorrere tutte le più importanti tappe della ricerca di questo affascinante artista anglo-indiano. E al contempo apre anche alle prospettive future della sua ricerca che hanno a che fare con una interrogazione radicale sul rapporto fra reale e irreale, fra segno concreto e immaginazione, fra razionalità e pensiero non cosciente, fra femminile e maschile. Così la visita della mostra si trasforma in cammino esplorativo, in un viaggio interiore stimolato dal dialogo con il suo quarantennale lavoro, da cui si esce con un respiro diverso da quello che avevamo quando, dopo un lungo viaggio di prima mattina, abbiamo varcato la soglia della mostra. Questa almeno è stata la nostra esperienza. Fin dall’ingresso dove si viene risucchiati in un monolite bianco, l’opera site specific Void Pavillon, costruita al centro del cortile rinascimentale.
Anish Kapoor, Svayambhu (2007)

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