Il Paese andino negli ultimi quattro anni: le proteste, la dura repressione dei carabineros e il sogno sfumato di una nuova Costituzione. Il racconto di Elena Basso che insieme a Mabel Morri ha scritto un reportage a fumetti
Nel giro di un anno, in Cile si sono tenuti due referendum per sostituire la Costituzione di Pinochet del 1980. Tuttavia, in entrambi i casi, i testi proposti da due diverse assemblee costituenti non hanno convinto il popolo cileno che, per due volte consecutive, ha optato ampiamente per il rechazo (rifiuto). Come ha affermato il presidente Boric, a margine del secondo plebiscito a fine 2023, «si chiude il processo costituzionale», perché «le urgenze sono altre». Sì, perché molta acqua è passata sotto i ponti del Paese andino da quando, nell’ottobre del 2019, sono scoppiate le proteste al grido di no son treinta pesos, son treinta años. Quattro anni di luci e di ombre che vengono raccontati benissimo e in forma inedita nel reportage a fumetti Cile. Da Allende alla nuova costituzione: quanto costa fare una rivoluzione?, realizzato da Elena Basso, giornalista freelance, e dall’illustratrice Mabel Morri, pubblicato da Becco Giallo. Ma perché raccontare ciò che è accaduto in Cile con un graphic novel? «Cercavo una forma che fosse diversa, che potesse arrivare soprattutto ai più giovani, perché comunque l’estallido social (le proteste in Cile del 2019-2020 ndr) è stato portato avanti soprattutto da persone giovanissime e quindi mi faceva piacere che quelle storie venissero lette da adolescenti in Italia, dato che è difficile che l’adolescente medio italiano vada a comprare un giornale la domenica», spiega Elena Basso. Dunque, un’operazione, non solo stilisticamente inedita, ma che cerca di esportare storie accadute dall’altra parte del mondo. Ma perché portarle in Italia? «Il Cile viene raccontato in Italia come una democrazia pienamente riuscita, dove tutto funziona bene, e anche quello che è successo nel 2019 è stato molto appiattito a livello mediatico: si è parlato molto della nuova Costituzione, tralasciando lo scoppio di tutto quel sistema neoliberista cileno. Con le mie inchieste giornalistiche sono andata ad approfondire le storie delle vittime che ci sono state durante l’estallido e con questo fumetto volevo raccontarle agli italiani, soprattutto ai giovani, perché non si conoscono molto», afferma la giornalista. Storie di persone comuni che hanno partecipato alle proteste contro, appunto, un sistema diventato insostenibile, che taglia il futuro ai giovani e che rende pesante il presente per gli anziani. Proprio in quei mesi, purtroppo, diversi ragazzi che uscivano per manifestare pacificamente si sono ritrovati ad essere vittime della violenza efferata dei carabineros. Molti hanno perso la vista, altri hanno perso la vita. Non possono essere dimenticate queste vicende, in particolare se si vuole ricomporre quella frattura politica all’interno di una società, come quella cilena, che è fortemente polarizzata.

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