Nonostante la propaganda della destra, gli stranieri che arrivano in Italia non sottraggono beni e servizi agli italiani. Anzi, l’immigrazione porta nuove risorse nell’economia ma anche nelle relazioni sociali, culturali e sindacali
Come facciamo ad accogliere i migranti che varcano le frontiere del Belpaese, se la crisi economica impedisce di aiutare tanti cittadini italiani in difficoltà? Non sarebbe più giusto pensare ai «nostri» poveri, prima di occuparci dei poveri di altri Paesi che bussano alle nostre porte? Sono (anche) questi dubbi di senso comune ad alimentare la diffidenza nei confronti di politiche migratorie inclusive. La metafora più usata (e abusata) è quella del dessert: se abbiamo una sola torta e la dobbiamo condividere, poniamo, con cinque o sei persone, ciascun commensale avrà una fetta sostanziosa e abbondante; ma se arrivano altri quindici o venti ospiti la torta andrà divisa in porzioni sempre più piccole, e gli invitati dovranno accontentarsi di un semplice assaggio.
Questo ragionamento apparentemente di buon senso si scontra però con i dati di fatto. Già, perché gli studi più recenti ci dicono che gli stranieri non sottraggono affatto beni e servizi agli italiani, ma al contrario portano nuove risorse all’economia del nostro Paese. Per restare alla metafora del dessert, i quindici o venti ospiti che arrivano alla festa non si presentano a mani vuote, ma portano altre torte da dividere con tutti gli invitati.
I dati
La disciplina che si occupa di valutare il contributo dei migranti alla ricchezza dei Paesi di accoglienza si chiama «economia dell’immigrazione», ed è un campo di studi in piena fioritura. In Italia, una delle ricerche più recenti sul tema è stata pubblicata dal Dossier statistico dell’Idos alla fine del 2023 (su dati del 2021). Sommando le varie tasse pagate dagli stranieri residenti in Italia (Irpef, contributi previdenziali, Iva, imposta sui permessi di soggiorno e così via), i ricercatori hanno scoperto che gli immigrati versano all’erario la bellezza di 34,7 miliardi l’anno. Lo Stato, d’altra parte, eroga agli immigrati varie tipologie di servizi (assistenza sanitaria, pensioni, istruzione per i minori, aiuti sociali ecc.) per un valore complessivo di 28,2 miliardi. Non è difficile tirare le somme: calcolatrice alla mano, questi dati dimostrano che l’immigrazione incrementa la ricchezza nazionale per un valore di 6,5 miliardi l’anno, che è la differenza tra quanto gli stranieri pagano e quanto ricevono. Per tornare alla nostra metafora: se i cittadini italiani fossero 35 commensali con 10 torte in tutto, i migranti corrisponderebbero ad altri tre invitati, che arriverebbero alla festa portando un’altra piccola torta da dividere con tutti.
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