A Partinico le destre hanno cercato di cancellare la memoria dell’attivista antimafia che fu ucciso nel 1978. Ma la sua lotta è più viva che mai. E gli studenti tornano a farla propria
La polemica sull’intitolazione del liceo “Santi Savarino” di Partinico a Felicia e Peppino Impastato (che fu assassinato dalla mafia il 9 maggio 1978) ha sollevato un polverone che va oltre il dibattito su mafia e antimafia. La vicenda di Partinico - il parere contrario della giunta comunale al nuovo nome - non è un fatto di provincia, ma parte di una sfida culturale più ampia che si sta giocando in tutta Italia: è il tentativo di cancellare l’eredità di figure ed esperienze legate all’attivismo civile frontale, alla democrazia partecipata, e di evitare che queste storie possano diventare fonte di ispirazione per le future generazioni. La lotta per l’identità culturale di Partinico è, in ultima analisi, una lotta per l’identità di tutto il Paese perché, dopo la vittoria alle urne e dopo il maldestro tentativo di imporre un’egemonia culturale di destra, politicizzando qualche trasmissione di varietà e qualche fiction Rai e imponendo alla ribalta cantanti e presentatori compiacenti, adesso si sta provando a cancellare anche i simboli di un’eredità culturale di contestazione e insubordinazione.
Ma veniamo ai fatti: il 6 giugno 2022 il liceo di Partinico decide di cambiare il proprio nome, in considerazione del fatto che il giornalista al quale è intitolato, Santi Savarino, aveva sottoscritto durante il fascismo il Manifesto della razza e aveva avuto una corrispondenza con Frank Coppola, noto mafioso e figura chiave nel traffico internazionale di eroina. Seguendo la procedura prevista per la modifica del nome di una scuola, dopo le delibere del collegio dei docenti e del Consiglio di istituto, è toccato alla prefettura e al comune di Partinico fornire il loro parere. Il parere favorevole delle tre commissarie, che in quel periodo amministravano il comune sciolto per mafia, rimane sei mesi nei cassetti.
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