Con la controriforma Calderoli l’amministrazione pubblica sarà disarticolata: per alcuni territori le competenze saranno regionali, per altri statali, con una duplicazione di risorse finanziarie e di personale. È uno dei tanti aspetti della regionalizzazione che il costituzionalista Francesco Pallante sottolinea nel suo incisivo saggio "Spezzare l’Italia"
La lotta contro l’autonomia differenziata da parte dei Comitati per il ritiro di ogni autonomia differenziata, l’unità della Repubblica, l’uguaglianza dei diritti, va avanti da più di 5 anni. Come componenti dell’esecutivo dei comitati, abbiamo avuto necessità di studiare nella maniera più completa possibile una materia caratterizzata da una particolare complessità - per le sue implicazioni costituzionali, economiche e sociali - da una storia tortuosa, dal coinvolgimento diretto di tante forze politiche. Nel corso di questi anni gli incontri fortunati non sono stati pochi. Tra questi c’è senza dubbio quello con Francesco Pallante, professore ordinario di Diritto costituzionale all’Università di Torino, che - nel corso degli anni - grazie ad una indefessa attività volta all’analisi degli aspetti controversi o irricevibili dell’autonomia differenziata, sviluppata non solo su riviste specializzate, ma anche sul quotidiano La Stampa e su altre testate, è diventato un vero e proprio punto di riferimento per tutte e tutti noi. E ci ha aiutato a capire, a riflettere, a connettere. Quello che colpisce senza dubbio, oltre - naturalmente - la sua competenza adamantina, sono la sua gentilezza e la sua disponibilità, che rendono l’interlocuzione con lui non solo stimolante, ma particolarmente piacevole. Oggi Francesco Pallante è nelle librerie con un testo agile, puntuale, chiaro, consigliatissimo non solo a chi stia muovendo i primi passi nella comprensione di una “de-forma”, le cui conseguenze investiranno in maniera drammatica le nostre esistenze quotidiane, ovunque si risieda; ma anche per chi, come noi, pratica la questione da tanti anni. Spezzare l’Italia - Le regioni come minaccia all’unità del Paese, edito da Einaudi, attraversa il tema in 6 capitoli, ciascuno caratterizzato da un proprio focus specifico, da una prospettiva privilegiata. Il primo - “L’Italia che verrà” - pone il lettore davanti al possibile scenario che verrà a determinarsi dopo che il ddl Calderoli è passato al Senato e alla Camera. Parliamo di un ddl che detta la procedura che consentirà alle Regioni a statuto ordinario di chiedere l’autonomia differenziata su un potenziale di 23 materie, enunciate nei commi 2 e 3 dell’art. 117, come previsto dal comma 3 dell’art. 116 della Carta. Entrambi gli articoli (116 e 117) sono contenuti nel Titolo V della Costituzione, riformato nel 2001, in virtù del quale quelle richieste potranno essere accolte. Non si tratta - e già sarebbe troppo - della semplice declinazione dei diritti delle cittadine e dei cittadini sulla base del certificato di residenza, con consequenziale aumento delle diseguaglianze già enormi tra territorio e territorio; o dello smantellamento dell’unità della Repubblica, “una e indivisibile”, secondo il dettato dell’art. 5, principio fondamentale relativo al modello di autonomia voluto dalle e dai costituenti: quello dell’autonomia cooperativa e solidale. Ma di una vera a propria disarticolazione della amministrazione pubblica, a causa della variabilità delle competenze, che per alcuni territori rimarranno statali, per altri diverranno regionali: una duplicazione vera e propria di risorse umane, strumentali e finanziarie. Come di una pletora di normative diverse, che colpiranno direttamente e in particolare le imprese (si pensi, ma non solo, ai contratti regionalizzati o alla normativa sulla sicurezza sul lavoro, materia disponibile alla potestà legislativa esclusiva delle Regioni).

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