Già ostaggio dell’overtourism, la città è preda dei costruttori di studentati Fdi lusso: quasi ovunque nuove colate di cemento, che risultano tanto più insultanti nei luoghi di Arnolfo di Cambio e Filippo Brunelleschi.

Costa Scarpuccia è una pittoresca strada che nell’Oltrarno di Firenze si inerpica da via dei Bardi verso Forte Belvedere. La sua bellezza si è costruita nel tempo nella coscienza della sua precarietà, dipendente dalla fragilità del suolo. Nel 1547 una frana fece una cinquantina di vittime, e se ne serba ancor memoria. Sia perché la scampò per un pelo l’architetto Bernardo Buontalenti, allora ragazzino; sia perché la contrada si chiama tuttora “Collina delle Rovinate”. Nel 1565 Cosimo I de’ Medici impose addirittura il divieto di ricostruire le case che erano già crollate tre volte, come recita una lapide in marmo murata proprio dove sale la costa. Peccato che da diversi mesi vi sia in corso la ristrutturazione di un ex convento a fini residenziali, con tanto di piscina.

Per questo Costa Scarpuccia è diventata uno dei luoghi d’azione del comitato “Salviamo Firenze”: che a partire dallo scorso autunno, con una serie di flash mob efficaci e persino geniali, come l’idea di fotografare le keybox degli alloggi in affitto dopo averle identificate con una X adesiva, è riuscito non solo a richiamare l’attenzione nazionale sul problema degli affitti brevi incontrollati e quindi dell’overtourism, ma a mettere la stessa amministrazione civica davanti a un tema che fino allo scorso novembre era affatto assente dal discorso pubblico di governo.

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