Dal campo profughi di al-Mawasi, il poeta palestinese Yousef Elqedra resiste con la scrittura alle violenze di Israele. La sua rivolta e quella di altri poeti sono state raccolte nel libro “Il loro grido è la mia voce”. Ecco il racconto che hanno composto per Left i curatori del volume

Riportiamo qui alcuni frammenti della storia di Yousef Elqedra, scrittore palestinese, apparso nell’antologia Il loro grido è la mia voce. Poesie da Gaza, (Fazi editore), nella traduzione di Nabil Bey Salameh.

Il cielo non è il mio tetto la terra non è il mio letto sono straniero anche alla mia ombrae solo come fossi l’ultima stella.

(Gaza, 19 febbraio 2025. Traduzione Samuela Pagani)

Dal campo profughi di al-Mawasi, a ovest di Khan Yunis, Yousef Elqedra, poeta di Gaza, resiste al mondo. È straniero alla sua terra, su cui poggia la sua gelida tenda; straniero al cielo, pattugliato dai droni e dagli aerei da caccia; straniero a sé stesso, mutilato nella sua identità. Straniero ovunque perché palestinese, i suoi versi costituiscono l’unica casa che gli resta da abitare.

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