Vicino alla città ucraina di Lutsk c’è un centro di detenzione per migranti finanziato anche dall’Unione Europea che sembra continui a trattenere un numero non precisato di migranti nonostante la guerra. Situato in una pineta nel nord-ovest dell’Ucraina, vicino al confine con la Bielorussia, il Zhuravychi Migrant Accommodation Center della regione di Volyn è un’ex caserma dell’esercito costruita nel 1961 che è stata trasformata in un centro di detenzione per migranti nel 2007 con fondi dell’Ue.
La moglie di un detenuto che è stato rilasciato la scorsa settimana ha detto che non c’erano rifugi antiaerei per i detenuti e che le guardie sono corsi giù per la strada quando è suonata la sirena. Un membro del personale di una Ong ha affermato di essere stata in contatto con diversi detenuti nelle ultime settimane. Al Jazeera ha visto i loro documenti d’identità e, in alcuni casi, i visti utilizzati per entrare in Ucraina. I detenuti provengono da Sudan, Pakistan e Bangladesh. Alcuni dei detenuti erano stati arrestati nei mesi precedenti all’invasione russa mentre cercavano di entrare nel territorio dell’Ue e sono stati riconsegnati alle autorità ucraine.
Niamh Ní Bhriain, coordinatrice del programma di guerra e pacificazione presso il Transnational Institute ha raccontato a Al Jazeera che il centro rientra nel programma di esternalizzazione delle frontiere dell’Unione europea. L’Ucraina ha ricevuto 1,7 milioni di euro per attrezzarne il sistema di sicurezza perimetrale e per le sbarre per porte e finestre. Negli ultimi anni vi sono state trattenute circa 150 persone. Fino alle ultime settimane vi erano detenute circa 45 persone.
I casi della storia rapidamente trasformano i popoli che concorrevano nel respingere i disperati in disperati che chiedono di essere accolti. Questa è l’ennesima lezione, solo che noi non impariamo mai.
Buon martedì.
Nella foto: bombardamento a Odessa