Nel cuore di Kiev la mostra Spazi, limiti, confini invita a guardare al futuro. Agli artisti è stato chiesto di raccogliere la sfida, innovando il loro linguaggio, allo scopo di rappresentare una realtà radicalmente nuova. Poco oltre un gruppo di artisti ha trasformato un istituto tecnico militare in fucina creativa, facendone un laboratorio- rifugio
Kyjiv - Malgrado una guerra ancora in corso, Kyjiv, dal punto di vista culturale (e non solo), è una città piena di vita. I teatri sono pieni e i cartelloni propongono una vasta gamma di spettacoli, dai classici europei e ucraini fino agli autori contemporanei. Seppure la minaccia di un attacco aereo sia sempre incombente, gli abitanti della città cercano di condurre una vita “normale” e, in questo senso gli eventi culturali sono sempre stati un momento importante di aggregazione e catarsi, anche quando, per motivi di sicurezza, si sono dovuti svolgere in improvvisati spazi ricavati nei cunicoli della metropolitana. Oggi per fortuna la somministrazione della corrente elettrica è regolare e stabile (almeno per ora) e gli allarmi antiaerei sono meno frequenti di qualche mese fa. Ciò ha reso possibile una riapertura di spazi espositivi e gallerie d’arte (dotate di rifugi antiaerei), mentre i musei sono ancora inagibili (le opere d’arte più preziose sono state imballate e messe in sicurezza in caveau sotterranei).
Chi si trovasse a passare per Kyjiv non si dovrebbe perdere la mostra Spazi, limiti, confini presso la centralissima Ukrajins’kyj Dim, all’inizio del celeberrimo viale della capitale ucraina, il Kreshchatyk (esattamente al civico 2). Si tratta di una mostra collettiva alla quale hanno partecipato 40 artisti chiamati a offrire una loro personale riflessione sui temi che danno il titolo alla mostra, messi in relazione alla realtà della guerra in corso, all’interno di uno spazio fortemente connotato. Infatti l’edificio monumentale in stile moderno che ospita la mostra, inaugurato nel 1982, rappresenta l’ultimo intervento urbanistico di grande rilievo realizzato nel periodo sovietico a Kyjiv. Ospitò fino al 1993 un museo dedicato a Lenin e, a suo tempo, vi lavorarono i migliori architetti e artisti attivi in Ucraina in quegli anni (il cantiere venne inaugurato nel 1978). Successivamente, dal 1993, lo spazio è stato riconvertito e oggi ospita concerti, conferenze e mostre. Malgrado siano stati rimossi i simboli legati alla precedente destinazione, la concezione celebrativa e retorica dell’edificio è ancora visibile (la monumentale sala rotonda centrale sovrastata da una cupola era destinata a ospitare una gigantesca statua di Lenin).
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