La comunicazione interculturale e la sperimentazione, a partire dalla tradizione, caratterizzano l’opera dell’artista cinese, che è stato protagonista all’American Academy di Roma
L'artista di origini cinesi Xu Bing (Chongqing, Cina, 1955) ha recentemente presentato in Italia due suoi ultimi lavori, molto diversi nella scelta dei media e delle tecniche utilizzate ma emblematici del lungo percorso dell’artista e delle tematiche da lui esplorate nelle sue opere: la funzione della scrittura, il dialogo e l’interazione culturale, la comunicazione tra esseri umani di diverse estrazioni culturali. La prima mostra, intitolata A moment in time e inaugurata il 22 maggio scorso nella sala espositiva dell’American Academy di Roma, consiste in un’installazione che presenta, affiancati e in una sorta di ideale dialogo e confronto, i monumentali calchi su carta di una porzione della Grande Muraglia cinese e di un tratto della via Appia antica, simboli di due grandi imperi del passato che dialogano così silenziosamente tra loro evocando storie di civiltà e di interscambi culturali fra passato e presente. La giustapposizione delle due opere, integrate e visualizzate insieme nell’installazione, non costituisce tuttavia solo un accostamento emblematico tra due civiltà ma anche un raccordo ideale tra due “momenti nel tempo” del percorso professionale di Xu Bing, gli inizi e il presente. Il calco dei basoli dell’Appia è stato infatti realizzato dall’artista quest’anno, durante il periodo di residenza trascorso presso l’istituzione americana, utilizzando la stessa tecnica impiegata da Xu Bing nell’opera che lo affianca, Ghosts Pounding the Wall (Gui da qiang, 1990-1991), creata quasi quarant’anni fa all’inizio della sua carriera artistica. Per secoli, in Cina, letterati e uomini di cultura hanno infatti utilizzato la tecnica tradizionale nota come tayin, “sfregamento”, per realizzare copie perfette, bidimensionali, di monumenti in pietra, soprattutto di antiche iscrizioni incise su steli o altri manufatti. In questo modo, le copie su carta di vestigia monumentali del passato, saldamente ancorate nel loro spazio e contesto originario e quindi inamovibili per loro stessa natura, potevano essere così copiate su carta, trasportate facilmente anche lontano dal sito per essere poi studiate più agevolmente ed apprezzare così anche i dettagli estetici della calligrafia utilizzata nell’iscrizione. Queste opere realizzate con la tecnica del ricalco rappresentano tappe importanti nella ricerca di Xu Bing incentrata sulle tecniche di copiatura e stampa, da lui avviata fin dagli anni successivi al conseguimento del diploma in xilografia presso l’Accademia centrale di belle arti di Pechino, nel 1977.

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