La legge di bilancio del governo laburista aumenta le tasse ma anche, in modo considerevole, la spesa pubblica. Potrebbe costituire una svolta. Intanto è sotto attacco della nuova leader dei Tories, l’ultrareazionaria Kemi Badenoch, e della stampa di destra
Possiamo dire che l’era di Keir Starmer è davvero iniziata il 30 ottobre con la pubblicazione della, a lungo attesa, legge di Bilancio.
Un provvedimento con cui i laburisti hanno sorpreso gli osservatori e i mercati, perché prevede un aumento significativo delle tasse e, al contempo, un grande aumento della spesa pubblica, anche grazie alla variazione delle regole di contabilità finanziaria grazie alla quale il governo britannico decide di non contare come debito pubblico la spesa per gli investimenti. Una scelta, solo quest’ultima, che sblocca qualcosa come 50 miliardi di sterline. Appare, dunque, una manovra di bilancio di sinistra, molto più di sinistra di quanto ci si aspettasse quando Re Carlo III ha letto il programma di governo di Starmer. Anche se, come sempre, il diavolo sta nei dettagli e dunque dovremmo aspettare per vedere se, pur con queste note positive a cui abbiamo accennato, come alcuni temono, il governo aprirà anche pesantemente all’ingresso dei privati specie all’interno del sistema sanitario, rischiando dunque di vanificare la - oggettivamente - gigantesca iniezione di spesa corrente promessa da Starmer, 25 miliardi di sterline nel solo 2025 per il Sistema nazionale sanitario (Nhs).
A guidare la carica contro questa manovra Starmer ha trovato al dispatch box un nuovo leader dell’opposizione, anzi una leader. Il 5 novembre, infatti, i Tories hanno scelto la loro nuova guida, eleggendo Kemi Badenoch che ha sconfitto nettamente il suo avversario Robert Jenrich. Ancora una volta la base conservatrice ha scelto la candidata più radicale e a destra che avesse a disposizione come aveva fatto eleggendo Liz Truss nel 2022. Va detto però che questa volta, grazie agli errori di calcolo del gruppo parlamentare, la scelta era tra due rappresentanti dell’ala più reazionaria dei Tories. Il candidato considerato più centrista, e dato per grande favorito all’inizio della competizione, James Cleverly, è stato infatti sconfitto nella fase di selezione all’interno del gruppo parlamentare perché i membri del Parlamento (MPs) hanno fatto male i conti e, nel tentativo di mandare al ballottaggio Jenrich contro Cleverly ed escludere così Kemi Badenoch, hanno finito per combinare un pasticcio ed eliminare il loro candidato preferito. Fatto sta che ha assunto la leadership una personalità che negli ultimi anni si è contraddistinta per le sue posizioni ultra reazionarie più o meno su tutto: dai diritti delle persone transgender al tema dell’espulsione dei migranti, passando persino per un attacco al permesso per maternità.
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