Cairo-Il CairoComix in Egitto ad oggi è il più importante festival di fumetto del mondo arabo. Per quanto piccolo è molto partecipato e ospita autori indipendenti coi loro banchetti di autoproduzioni, fianco a fianco a case editrici che propongono i libri del proprio catalogo. In effetti, il confine tra le due cose è spesso sfumato. Nell’editoria araba, infatti, la scena del fumetto dedicato a un pubblico adulto e non più all’infanzia come un tempo, è nata in anni recenti nell’underground: ovvero, se si eccettuano alcuni rari pionieri, è fiorita a cavallo delle rivoluzioni del 2011, all’interno di un più ampio fermento culturale, grazie a collettivi di autori e autrici e alle loro zine e riviste autoprodotte. In tempi più recenti, alcune case editrici locali hanno iniziato a interessarsi ai fumetti e a pubblicare soprattutto graphic novel. Sono ancora poche, ma diventano sempre di più. In parallelo, non è raro che gli autori stessi creino i loro propri marchi editoriali.
Lo stesso CairoComix è stato fondato nel 2015 da alcuni tra i più importanti fumettisti egiziani, trasformatisi in agitatori culturali o editori: Shennawy, storico fondatore e contributore della zine TokTok, poi creatore della propria realtà editoriale Al-fann al-tasiʿ (“La nona arte”); Magdy El Shafee, nel 2008 autore del primo, pionieristico, graphic novel egiziano per adulti, il famigerato Metro (in Italia uscito per Il Sirente nel 2010, trad. Ernesto Pagano) al centro di arresti e censure per come dipingeva la corruzione del regime e l’insofferenza dei giovani negli ultimi anni della presidenza Mubarak, quasi anticipando la rivoluzione del 2011; i Twins Cartoon, duo di gemelli creatori di un’altra importante rivista autoprodotta, Garage, e della piattaforma/ iniziativa editoriale Kawkab el-Rasameen (in Italia ospiti all’inizio di quest’anno all’interno della mostra itinerante Oltremari - Nuove traiettorie del fumetto arabo, curata dalla sottoscritta e da Alessio Trabacchini).
In occasione della decima edizione - diretta da Shennawy al museo Mahmoud Mokhtar dal 7 al 9 novembre, con il sostegno dell’Institut Français e di Pro Helvetia - il festival ha celebrato “Cento anni di fumetto egiziano”: questo il titolo di una mostra ricchissima, interamente in arabo, che ha ripercorso cronologicamente le riviste per l’infanzia e gli autori che hanno fatto la storia del fumetto egiziano (uno su tutti Mohieddine el-Labbad, autore dell’immagine usata nella locandina del festival), fino ad arrivare Per continuare la lettura dell'articolo abbonati alla rivistaQuesto articolo è riservato agli abbonati
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