Anche il colosso del gossip E!, il canale televisivo internazionale specializzato in programmi su star system e show business, sbarca nel mondo, anzi nel regno delle serie tv. Il serial che dà il via all’esperimento infatti è The Royals.
Al centro della trama le vicende di una fittizia famiglia reale inglese alle prese con una regina (Elizabeth Hurley) cinquantenne sexy, sempre strizzata in tubini che mozzano il fiato e impongono a Queen Helena un portamento regale; un re in crisi d’identità dopo la morte del primogenito e deciso a indire un referendum per abolire la monarchia nel Regno Unito; il classico principe belloccio (William Moseley) innamoratodella figlia del capo della sicurezza (Merritt Patterson) che guarda caso sembra una sosia di Kate Middleton e, dulcis in fundo, una principessa ribelle molto punk, spesso sbattuta in copertina dai tabloid. Insomma Anarchy in the monarchy come recita lo slogan della serie appena lanciata da Entertainment Television.
Gli ingredienti per un serial leggero e divertente con una vena trash, ma intelligente ci sono tutti. Il filone è lo stesso di molti telefilm di successo che promettono di trasformarci in insider e farci sbirciare nelle vite dei ricchi e potenti. Tra vestiti da sogno,intrighi e scandali, ritroviamo lo stesso stile narrativo che ha sancito il successo di Gossip Girl, dove i protagonisti erano i giovani rampanti dell’Upper East Side, o di Dirty Sexy Money.
Il filo con la realtà si ritrova invece nella descrizione della sovraesposizione mediatica a cui è sottoposta la famiglia reale protagonista del telefilm. Flash, prime pagine dai titoli strillati e inseguimenti di fotografi non possono non ricordare Lady D e il suo difficile rapporto con la stampa – complice anche il recente successo del film Diana interpretato da Naomi Watts, – o gli speciali tv per il matrimonio di Kate e William e per l’annuncio della nascita del loro Royal Baby.
Oltre al mix scintillante di ricchezza, nobiltà e successo quello che viene rappresentato è il sogno di una vita normale, un topos letterario che, quando si parla di regalità, sopravvive dai tempi de “Il principe e il povero”. A sancire il trionfo della cultura pop e il mito del sovrano vicino al popolo è proprio il re antimonarchico che, fin dalla prima puntata, rivela di sognare «una vita vissuta senza l’oppressione del destino». Una battuta scontata forse, ma che fa breccia nel cuore del pubblico perché, alla fine reali o no, tutti almeno una volta, fin dai giochi di quando eravamo bambini, abbiamo sognato di essere qualcun altro. Questa volta è proprio la tv a farci immaginare le vite immaginate di quel «Se fossi…».
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