Oltre 180 opere, 113 artisti, 17 paesi diversi. Sono i numeri della mostra “Mail Art NoMuos” inaugurata a Enna, una carrellata di cartoline arrivate da tutto il mondo a supporto di una battaglia che in Sicilia va avanti da molto tempo contro il Muos, il potentissimo sistema satellitare Usa, rappresentato da tre gigantesche antenne paraboliche istallate a Niscemi, al centro della Sicilia in una splendida riserva naturale. La mostra, che si tiene alla Galleria Civica, viene inaugurata a quattro giorni dalla decisione del prefetto di Caltanissetta di non procedere con i test sull’impianto per motivi di sicurezza.
Resterà aperta fino a domenica 17 gennaio ed è «frutto – spiega la vulcanica Cinzia Farina, ideatrice e curatrice dell’evento – di un progetto lanciato nell’agosto 2014 per sensibilizzare il resto del mondo al problema dell’istallazione statunitense in questa parte di Sicilia, in difesa del nostro territorio, della democrazia, della pace e della salute dei cittadini», insieme al Comitato NoMuos di Enna, diretto da Angelo Barberi. Non a caso è stata scelta la Mail Art, letteralmente arte che viaggia per posta, che preferisce comunicare il proprio messaggio, di diffondersi e dialogare col mondo, al di fuori dei circuiti tradizionali, del sistema delle gallerie e dei mercanti, del business.
All’appello hanno risposto moltissimi artisti, nomi noti nel panorama culturale contemporaneo e rappresentanti storici della MailArt mondiale, che questi mesi hanno inviato nel cuore della Sicilia le loro cartoline da tutta Europa, dagli Stati Uniti, da Israele, dalla Russia, dai paesi dell’America Latina, dal Canada e dalla Turchia. Tra gli artisti italiani che hanno voluto inviare una loro testimonianza c’è anche Rap, ovvero Chiara Rapaccini, illustratrice e designer, che per oltre trent’anni è stata la compagna di Mario Monicelli. «Ci sono anche autori emergenti e persone semplicemente sensibili al tema proposto, che si sono cimentate per la prima volta in questa entusiasmante esperienza», aggiunge Cinzia Farina, che aggiunge: «Abbiamo deciso di non esporre le cartoline greetings dalla guerra, ma di distribuirle tra i visitatori, che ne faranno ciò che vogliono, tenersele o spedirle a loro piacimento». Un altro modo per rendere l’arte patrimonio di tutti.