Tutto è cominciato nel luglio 2012, più di quattro anni fa. E per tutto questo tempo, per le strade di Aleppo di è combattuto. Le case sono state bombardate, gli ospedali distrutti, la gente è fuggita. Dalla parte est, quella nelle mani dei ribelli, così come nella parte tenuta dall’esercito. Peggio è andata a quelli dell’est perché Assad ha usato armi vietate dalle convenzioni e perché il suo esercito, e quello russo intervenuto al suo fianco, sono più e meglio armati e hanno l’aviazione. Oggi l’Unicef ha lanciato un Aleppo Day, per parlare delle persone che hanno bisogno di tutto, quelle uscita dalla città nelle ultime settimane e quelle che da mesi vivono in campi profughi. Una raccolta di beni e il tentativo di sensibilizzare. La guerra non è finita e, soprattutto, anche se smettessero le bombe, la Siria è rasa al suolo. Serve aiuto.