Politica ed economia, crescita e consenso. Le elezioni europee hanno pienamente mostrato la crisi di fiducia nei confronti dei governi in carica e dei partiti tradizionali. Si è detto che non c’era da sorprendersi, se si considera che nell’area dell’euro dal 2012 si è tra recessione e stagnazione, che l’anno prossimo la crescita sarà sì positiva, ma molto modesta, al di sotto di un punto percentuale, e che la disoccupazione è destinata a rimanere sopra l’11%.
Tuttavia, in quanto a consenso, non sta affatto bene neppure l’amministrazione Obama, che pure può vantare sul piano economico risultati di tutt’altro genere. L’economia degli Stati Uniti è cresciuta nell’ultimo biennio a un tasso superiore al 2%, nel 2015 dovrebbe andare oltre il 3%, la disoccupazione è sotto il 6%.
Sul Sole 24 Ore Riccardo Sorrentino sottolinea come in Usa sembra si sia spezzato il tradizionale legame tra l’andamento dell’economia e il grado di sostegno all’amministrazione federale. In parte questo dipenderebbe dal fatto che si tratta di una crescita malata. Molti non sono felici di questa crescita. La riforma sanitaria ha fatto fatica a decollare. La partecipazione dei giovani al mercato del lavoro è al livello minimo degli ultimi 50 anni, e molti di coloro che non cercano lavoro neppure studiano. Si distrugge così capitale umano, una premessa per un futuro di maggiori diseguaglianze e sofferenze.
E l’Italia? Renzi, con il suo partito del 40% e oltre, dovrebbe raddrizzare un Paese che in Europa va peggio degli altri. L’anno prossimo il governo prevede una crescita dello 0,6%, l’Istat dello 0,5, l’Ocse ci dà addirittura allo 0,1%. Tutti concordano che la disoccupazione rimarrà sino al 2016 al di sopra del 12%.
Può reggere il consenso per il governo e per il Partito democratico? Se in Usa c’è una crisi di consenso nonostante i buoni risultati dell’economia, è difficile sperare che da noi valga il contrario, che si possa mantenere il consenso senza risultati economici.
Renzi sa che deve far presto, che l’effetto delle promesse è destinato a svanire, in assenza di qualche risultato concreto. Ha cercato di muoversi lungo il sentiero stretto e difficile di una politica espansiva nel rispetto dei vincoli. Non gli è andata bene. È stato fatto rientrare nei ranghi, e ormai è chiaro che la sua legge di stabilità avrà effetti espansivi molto modesti.
Prima o poi il sogno-Renzi finirà. Ed è difficile prevedere cosa succederà al risveglio.