Questo francobollo lo dedichiamo a Pasolini. Renzo: un riminese schivo, romagnolo occhialuto con i capelli arruffati. Un “cancerino” irrequieto e timido.

Questo francobollo lo dedichiamo a Pasolini. Non a quel Pier Paolo che fu poeta, regista e scrittore. Il Pasolini della nostra collezione si chiamava Renzo: un riminese schivo, romagnolo occhialuto con i capelli arruffati. Un “cancerino” irrequieto e timido.

Un umile motociclista indomabile. Un piccolo uomo a cui la sorte aveva deciso di negar la gloria terrena per riservargli la grandezza del mito. Renzo Pasolini, assieme a Giacomo Agostini, diede vita a uno delle rivalità sportive più epiche di sempre.

“Ago e Paso”, così venivano appellati dai tifosi, per più di un decennio duellarono aspramente per strade e circuiti di quello che oggi chiamiamo motomondiale. Ago ne collezionò 15, Paso nessuno. Pasolini vinse su Agostini 18 volte, Agostini vinse su Pasolini 46. Ma se c’è una cosa che la nostra collezione ci ha insegnato è che i numeri non sanno descrivere l’epicità della storia.

Agostini era metodico e scientifico, divo da rotocalco, Pasolini cocciuto pilota istintivo fece tanta gavetta, scalò con caparbietà classi e classifiche, avvicinandosi sempre di più al titolo mondiale, migliorando stagione dopo stagione, di corsa in corsa. Pasolini adorava passare le notti a fumare e chiacchierare con i tifosi e trascorreva giornate intere a elaborare i motori delle più prestigiose scuderie. Renzo domò i carburatori di Benelli, Mv Agusta, Aermacchi e Harley Davidson.

Nel 1973 interviene il fato, che decide di portar via questo campione nella maniera più tragica possibile. La vita e la carriera di Renzo Pasolini si interrompono bruscamente sul circuito di Monza. Quando, in un pomeriggio di maggio, in sella alla sua debuttante Harley Davidson 350, Pasolini rimane vittima di un bruttissimo incidente in cui perse la vita anche un altro grande campione di quell’epoca, il finlandese Jarno Saarinen.

A esaltare il carattere beffardo della sorte, quell’anno Renzo vinse il campionato italiano. Quel titolo, più volte sfiorato ma mai raggiunto, gli fu assegnato postumo alla fine della stagione, la più tragica di sempre per il motociclismo. Concludiamo citando Pier Paolo per introdurre Renzo: «Un atleta ha un solo modo per realizzare pienamente la propria libertà: lottare liberamente per vincere».

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