L’umanità deve molto a questo visionario scienziato europeo. L’ingegno di Tesla correva velocissimamente “in direzione ostinata e contraria”. Non rincorse mai fama, denari e successo, rifiutò per ben due volte il Premio Nobel per la Fisica. Era un genio scomodo, letteralmente folgorato dalla sua visione, e fu fatto passare per pazzo.

Francobollo dedicato a Nikola Tesla. Lo diciamo subito, già per troppo tempo il genio di questo superbo scienziato è stato riposto, volontariamente, nel dimenticatoio della storia. Serbo nato in Croazia, statunitense naturalizzato, in un’opera di dovuto revisionismo scientifico andrebbe annoverato fra i più grandi, forse il più grande di tutti, genio del XX secolo. Un genio infinito, prolifico, talmente dilagante da esser osteggiato.

L’ingegno di Tesla correva velocissimamente “in direzione ostinata e contraria”. Non rincorse mai fama, denari e successo, rifiutò per ben due volte il Premio Nobel per la Fisica. Era un genio scomodo, letteralmente folgorato dalla sua visione fu fatto passare per pazzo. L’umanità deve molto a questo visionario scienziato europeo.

A lui sono attribuite invenzioni e scoperte del calibro del motore a corrente alternata, l’alternatore, i raggi cosmici, il trasporto di energia attraverso le onde elettromagnetiche e, solo per citarne alcuni, le onde radio. Sì, le onde radio, Tesla anticipò puranco il nostro Marconi, che ebbe il solo merito di riempire queste onde di contenuti creando così la comunicazione via etere.

Abbiamo voluto questa dedica a Nikola Tesla, per l’epica audacia visionaria, per l’elevato tasso d’idealismo e per il suo indefesso senso di appartenenza al genere umano. Con rammarico possiamo affermare che il vero grande errore di Tesla è stato pensare troppo in grande, troppo in avanti, proiettato in chissà quale futuro. Ci piace rilevare la sua vera peculiarità distintiva: il bene comune planetario.

Tesla voleva realizzare il sogno di veicolare l’energia idroelelettrica gratuitamente in tutto il pianeta attraverso l’atmosfera. I suoi esperimenti mescolati ai suoi appunti dimostrerebbero che ci riuscì, ma non si può confermare, poiché alla sua morte, avvenuta in squallide condizioni d’indigenza e solitudine a Nuova York durante la seconda guerra mondiale, tutto il suo lavoro fu sequestrato e secretato.

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