«E’ un vero piacere vedere insieme i leader delle aziende di Internet della Cina e degli Stati Uniti. Vedo molti volti familiari tra di voi, e tutti voi qui oggi siete dei pesi massimi che hanno guidato la rivoluzione tecnologica e i cambiamenti industriali nel settore dell’informazione. Le vostre storie di successo sono state fonte d’ispirazione per molti, in particolare per i giovani». Lo ha detto il presidente cinese Xi Jinping a Seattle dove, in occasione dell’ottava edizione dello US-China Internet Industry Forum, ha partecipato a un incontro con alcuni dei più importanti Ceo della comunità imprenditoriale e finanziaria americana della Silicon Valley: il CEO di Apple, Tim Cook, il numero uno di Amazon, Jeff Bezos, e il miliardario Warren Buffet.
Xi Jinping ha poi incontrato altri esponenti delle aziende della Silicon Valley in un meeting pubblico presso la sede di Microsoft a Redmond, Washington. Il leader cinese ha così potuto parlare direttamente con Satya Nadella, amministratore delegato di Microsoft. Grazie all’accordo stipulato con Baidu, il potentissimo motore di ricerca cinese con oltre 600 milioni di utenti attivi, Microsoft punta ad espandere Windows 10 nel paese. I suoi sistemi operativi, infatti, sono molto popolari in Cina, ma il divieto del governo cinese in materia di appalti di Windows 8 provocava enormi perdite alla società americana. In base all’accordo siglato, Baidu.com sarà la homepage e il motore di ricerca predefinito del browser Microsoft Edge nel mercato cinese. Microsoft ha inoltre confermato che sono 10 milioni gli utenti cinesi che hanno scelto di aggiornare i propri PC a Windows 10 ma la società di Redmond deve fronteggiare il fenomeno della pirateria e del largo utilizzo di versioni di Windows datate, a partire da XP.
All’incontro hanno anche partecipato il fondatore di Alibaba, colosso dell’e-commerce cinese, Jack Ma, Bill Gates, che ha personalmente accompagnato il leader cinese a vedere i nuovi prodotti Microsoft e il CEO di Facebook Mark Zuckerberg, che in più occasioni ha dimostrato il suo interesse nei confronti della Cina, nonostante i social network siano illegali e sottoposti a censura. In Cina, Il Great Firewall del Ministero di pubblica sicurezza della Repubblica popolare cinese è un sistema di controllo meticoloso che permette di bloccare l’accesso ai siti vietati dal governo cinese e di monitorare il traffico dati in entrata e in uscita dalla Cina. Lo scudo informatico permette di bloccare i contenuti contrari alle leggi cinesi quali la pornografia o la propaganda occidentale.
Fa sorridere quindi la notizia che la Cina abbia creato una pagina Facebook per raccontare la visita del presidente Xi Jinping negli Stati Uniti, nonostante il sito sia fuorilegge. Tra le fotografie sulla pagina di Facebook ci sono le immagini di Mr. Xi che riceve una maglia di calcio da una squadra del liceo a Tacoma, l’incontro con alcuni uomini d’affari americani e un video del presidente presso lo stabilimento di produzione Boeing fuori Seattle.
Il presidente cinese ha poi affrontato i punti più problematici del suo rapporto con gli Usa: ha promesso di ridurre le restrizioni agli investimenti esteri, nonostante le recenti turbolenze della Borsa di Shanghai e di combattere i crimini informatici e il cyber-spionaggio. E poi, a sorpresa, ha annunciato assieme a Obama il raggiungimento di un accordo in materia. La promessa reciproca è che nessuno dei due paesi condurrà spionaggio economico nel cyberspazio. L’accordo, raggiunto durante i colloqui tra i presidenti è un importante passo avanti su una delle spine querelle più aspre tra i due giganti. Gli Stati Uniti hanno accusato la Cina di aver rubato centinaia di miliardi di dollari di proprietà intellettuale e segreti commerciali da società statunitensi ed erano pronti a imporre sanzioni economiche alle imprese cinesi che avessero beneficiato di quei furti. L’accordo lancia un dialogo congiunto per evitare nuovi attacchi e istituisce una linea rossa per discutere dei problemi che potrebbero sorgere in questo processo. L’ultimo richiamo nei confronti dei pirati informatici sponsorizzati dal governo cinese era venuto dal consigliere per la sicurezza nazionale americana Susan Rice e i giorni che hanno preceduto la visita del presidente sono stati segnati dalle polemiche a distanza sulla pirateria informatica ai danni degli Usa. In un’intervista al Wall Street Journal alla vigilia del viaggio in Usa, il presidente ha detto: «Il governo cinese non è coinvolto in attività di cyber-spionaggio e si impegna a combattere le attività dei pirati informatici. Il furto di dati informatici e gli attacchi contro enti governatici sono entrambi illegali: sono atti criminali e dovrebbero essere puniti in base alla legge e alle convenzioni internazionali».
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