Dite la verità, siete preoccupati. Il centrodestra è allo sbando. Sì, c’è Giorgia Meloni, sì, c’è Matteo Salvini. Però l’emorragia di parlamentari verso il gruppo dei verdiniani (e quindi verso Matteo Renzi) continua. E dov’è Berlusconi? Da Putin o ad Arcore, in silenzio. «Voglio e devo ritornare a battermi per la democrazia solo quando sarà restituito al pieno splendore dell’innocenza dalla Corte di Strasburgo», diceva fino a poche ore fa. Poi però qualcosa è cambiato. Qualcuno gli ha detto che la Corte di Strasburgo non si esprimerà prima del 2016. «Troppo tardi», dice lui, che sperava in questo ottobre. E allora eccolo, potete stare tranquilli. «Volevo tornare una volta sicuro dello splendore di una piena e totale innocenza. Ma i tempi sono precipitati», è costretto a scrivere in piena domenica: «Oggi la situazione mi impone di tornare come sempre e come prima in mezzo a voi. Quindi torneremo ad essere quello per cui siamo scesi in campo, un popolo di italiani che amano la libertà, la democrazia e gli altri italiani».
Volevo tornare una volta sicuro dello splendore di una piena e totale innocenza. Ma i tempi sono precipitati. Oggi la…
Posted by Silvio Berlusconi on Domenica 27 settembre 2015
La scelta è veramente improvvisa. Perché giusto poche ore prima, ad Atreju, l’annuale raduno dei giovani fan di Giorgia Meloni, l’atteggiamento era quello del padre nobile costretto un po’ ai margini. Tant’è che non è riuscito a eccitare le folle. E persino Francesco Storace – uno non certo di primissimo pelo – ha potuto mostrarsi irriguardoso: «Berlusconi sta spiegando ad Atreju come vincere le elezioni. Del 1994», ha ironizzato.
Berlusconi sta spiegando ad #Atreju come vincere le elezioni. #1994 Ma oggi siamo nel #2015
— Francesco Storace (@Storace) 26 Settembre 2015
Berlusconi però ora vuole tornare. Anche se il copione – questo sì – non è nuovissimo. Sorvolando come al solito sulla natura parlamentare della nostra Repubblica (i governi li fa il parlamento, anche se le ultime leggi elettorali puntano molto sull’indicazione di un “candidato premier”), «siamo in una situazione di non democrazia», ripete Berlusconi, «perché questo è il terzo governo consecutivo non votato». Sorvola, Berlusconi, anche sul fatto che i due precedenti governi, Monti e Letta, erano in carica anche grazie ai voti di Forza Italia.
Siamo in una situazione di non democrazia, una situazione grave, perché questo è il terzo governo consecutivo non votato…
Posted by Silvio Berlusconi on Domenica 27 settembre 2015
Ad Atreju Berlusconi – un po’ stancamente – aveva saluta soddisfatto gli ultimi transfughi, tentando di rigirare a suo favore la trasfusione: «Deo gratias», ha detto, ripetendo la formula già usata per Raffaele Fitto, «hanno lasciato Forza Italia i mestieranti della politica che la avevano presa come un taxi». E proprio dal nuovo taxi arriva però l’avvertimento dell’ex forzista Saverio Romano, indispettito dai commenti su Denis Verdini, dei vari berluscones. Quella del senatore sembra proprio una minaccia – anche se lui poi smentisce ogni cattiva intenzione: «Invito gli amici di Forza Italia ad usare cautela parlando di Denis Verdini. Egli è galantuomo, conosce la loro biografia e mantiene riserbo»
Invito gli amici di #ForzaItalia ad usare cautela parlando di @DenisVerdini. Egli è galantuomo, conosce la loro biografia e mantiene riserbo
— Saverio Romano (@SaverioRomano) 26 Settembre 2015
Da un’altra falla in Forza Italia, per Berlusconi arriva poi la replica di Raffaele Fitto, intervistato da Giuseppe Alberto Falci su Repubblica: «La stagione politica di Silvio Berlusconi è finita, ma lui non vuole accettarlo», è il verdetto, «continua a raccontare cose nelle quali non crede più nemmeno lui».
Berlusconi dice che “#Lega parla alla pancia della gente”. Noi parliamo anche al cuore e al cervello. Se parlare chiaro è un difetto… — Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 27 Settembre 2015
Fitto, poi, annuncia che nei prossimi giorni presenterà una proposta di regolamento per le future primarie del centrodestra. Primarie che vuole anche Meloni, e che vuole Salvini. Primarie che Berlusconi – tornato sì, ma assai poco in forma – deve ormai almeno ipotizzare. Non senza una stoccata: «Sono plausibili», dice l’anziano leader, «solo quando non c’è un leader riconosciuto, se ci sono in campo seconde file».