L'incontro con il segretario della Fiom e Antonio Catania per discutere di memoria e della necessità di reagire dal basso

Era un Landini diverso quello visto ieri sera al cinema Apollo 11 per la presentazione a Roma di Mirafiori Luna park, il film di Stefano Di Polito che rappresenta una delle sorprese di questa stagione cinematografica. Rilassato, senza i toni talvolta fin troppo accesi del talk televisivi, Landini ha parlato di lavoro, di memoria e di futuro da ricostruire, che poi sono i temi dell’opera prima del regista, figlio di genitori entrambi ex operai di Mirafiori.

Il segretario Fiom arriva al cinema vicino a Piazza Vittorio fresco di vertenze in corso al Ministero. «Domani (oggi Ndr) al Ministero parleremo poi del futuro del contratto nazionale», dice ed è chiaro che siamo di fronte all’ennesimo tentativo di svalutare e depotenziare il valore del lavoro, dopo il Jobs act e dopo le dichiarazioni del ministro Poletti sull’orario. Ma ieri sera Landini ha puntato molto sulla necessità di reagire dal basso. «Bisogna ricostruire l’unità sociale perché una competizione come c’è adesso tra le persone non l’avevo mai vista», dice. Così come – e ormai lo ripete da tempo – ha ribadito «anche i sindacati si devono muovere». Il segretario Fiom, seduto su una sedia mentre sul divanetto rosso della scena molto off del cinema Apollo 11 stavano Tiziana Barillà di Left che ha coordinato l’incontro, il regista Stefano Di Polito e Antonio Catania, uno dei tre protagonisti del film, insieme a Giorgio Colangeli e Alessandro Haber. Landini ha raccontato della rete sociale che si sta creando nella vicina Cinecittà, dove ha visitato una mensa «con gente che non sono barboni» ma persone che hanno perso il lavoro e non hanno più nulla, nemmeno la possibilità di fare la spesa. «Di fronte a loro – continua Landini – i 500 euro promessi ai diciottenni sono un’offesa alla dignità delle persone». E rispetto al film – che parla appunto di una fabbrica dismessa e della desertificazione di un quartiere che però vuole reagire – Landini sottolinea che «un punto da ricostruire è la rottura della memoria per trasmettere ai giovani un vissuto, sempre per la tutela della centralità della persona». Incalzato da Tiziana Barillà, Landini ha poi parlato della grande campagna di consultazione che tra poche settimane interesserà i cinque e milioni di iscritti della Cgil. Tema: il nuovo Statuto dei lavoratori che questa volta sarà esteso anche al lavoro autonomo. Ma anche la possibilità di un quesito referendario per abrogare il Jobs act . «È la prima volta che il sindacato si pone il problema di cancellare una legge», dice Landini che ricorda come il famoso referendum sulla scala mobile del 1985 in realtà era stato lanciato dal partito comunista.

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Il lavoro come memoria che fa parte del patrimonio di vita, di affetti, di storia. Lo hanno raccontato Antonio Catania e Stefano Di Polito che quel quartiere di Mirafiori lo conosce bene. Lo stesso luogo, anche, che forse può avere un altro futuro. «In quella stesa fabbrica dismessa dove ho girato il film – ha annunciato il regista – mi hanno offerto di creare attività di carattere sociale». È un primo passo, ma la rete sociale da ricostruire non è cosa facile. Intanto il film continuerà il tour in Italia incontrando ogni volta esperienze, personaggi e storie che raccontano di un’altra Italia alle prese con la resistenza alla frammentazione. E anche alla repressione, come è accaduto ieri sera con la testimonianza delle operatrici della Casa della pace di Roma. Un luogo occupato da oltre trent’anni, spazzato via da uno sfratto con un blitz improvviso e una pioggia di denunce. Naturalmente si è parlato anche del centro Baobab in quelle ore sotto la stessa minaccia e così di altre realtà della Capitale sempre più ostile a quella rete sociale dal basso che però è l’unica soluzione contro il degrado sociale ed economico. Che esiste, nonostante le visioni edulcorate dell’Italia in stile renziano.

Venerdì 4 un altro appuntamento al cinema Apollo 11. Il tema dell’incontro che precede la proiezione è impegno e legalità, con Paolo Masini e Davide Mattiello. Domani, sabato 5, si parlerà di ambiente e impegno civico con Raphael Rossi e Marco Lillo, sempre alle 20.30. Infine domenica 6 dicembre (ore 18) l’incontro su impegno civico e intercultura con Gabriella Guido di LasciateCientrare e Andrea Masala di Arci. 

 [social_link type=”twitter” url=”https://twitter.com/dona_Coccoli” target=”on” ][/social_link] dona_Coccoli

Una laurea in Filosofia (indirizzo psico-pedagogico) a Siena e tanta gavetta nei quotidiani locali tra Toscana ed Emilia Romagna. A Rimini nel 1994 ho fondato insieme ad altri giovani colleghi un quotidiano in coooperativa, il Corriere Romagna che esiste ancora. E poi anni di corsi di scrittura giornalistica nelle scuole per la Provincia di Firenze (fino all'arrivo di Renzi…). A Left, che ho amato fin dall'inizio, ci sono dal 2009. Mi occupo di: scuola, welfare, diritti, ma anche di cultura.