Era il primo termometro dell’umore dei francesi dopo gli attentati di Parigi ed è stato un disastro per la sinistra e per i Repubblicani di Sarkozy. Un trionfo per il Front National di Marine Le Pen e di sua nipote Marion Marechal-Le Pen candidata nettamente in testa nella macro regione di Provence-Alpes-Cote d’Azur e un terremoto per il sistema politico francese.
Al primo turno delle regionali francesi il FN ripulito e modernizzato di Marine è in testa in sei regioni su 13. Oltre che nella regione del Sud dove c’era la giovane pasionaria (e ala destra del partito) Marion a guidare la lista, il Front è primo anche nel Nord-pas-de-Calais, dove aveva già ottenuto risultati ottimi. Poi è in testa in quattro altre, insegue di un punto i Repubblicani in Normandia.
L’alleanza di centrodestra guidata dal partito di Sarkozy è in testa in 4 regioni, ma non è detto che riesca a tenerle e sperava di portarne a casa sei.
Les principaux rapports de force résumés par @BIGinfographie. La suite sur liberation.fr pic.twitter.com/G1KlnWNGy9
— Six Plus (@libe_sixplus) 6 Dicembre 2015
Nelle due regioni dove il partito della destra nazionale sarà il probabile vincitore, i socialisti hanno immediatamente annunciato il ritiro delle liste della sinistra al secondo turno per favorire il candidato repubblicano.
La speranza è di vedersi restituito il favore altrove, anche se Sarkozy ha immediatamente detto: niente fusioni di lista e niente fronte repubblicano. La cosa potrebbe costargli dei voti di elettori PS in alcune regioni: se non c’è fronte repubblicano antifascista allora perché votare il candidato di centrodestra? Si chiederanno gli elettori di sinistra. In termini di voti assoluti i primi risultati parziali del ministero dell’Interno dicono Fronte Nazionale 29.88% , Unione della destra, formata da Repubblicani, Modem e UDI (26.48%). A sinistra, il PS affonda al 22,89%.
Alle europee del 2014 il partito di Hollande aveva preso il 13%, mentre i Repubblicani con Modem facevano quasi il 35% e alle municipali erano stati primi a sorpresa superando il FN, che rispetto al voto per il Parlamento di Strasburgo guadagna circa 5 punti. «Il Fronte Nazionale l’unico veramente repubblicano», ha detto Marine Le Pen, assicurando che il suo partito è «destinato a realizzare l’unità nazionale di cui il Paese ha bisogno.» Per lei e per la sua antagonista Marion, più vicina al nonno fondatore del movimento e propensa all’uso di retorica nazional-fascistoide, è un vero trionfo: mai il FN ha governato una regione. Che non contano granché, ma che sono sempre una platea e un luogo di gestione del potere. Il risultato per il FN è soprattutto simbolico.
Va male a Sarkozy: non ha funzionato la sua “destra senza complessi” – che vuol dire siamo di destra quasi come il Front, non temiate, ma anche più rassicuranti. Se alle municipali i francesi avevano deciso di tornare a votare il centrodestra che conoscevano, gli attentati e l’incapacità di generare entusiasmo, hanno fatto accusare all’ex presidente un grave colpo. Ha promesso di non fare alleanze con i socialisti proprio in virtù del fatto di non avere complessi. Chissà che la cosa non gli costi anche un paio di regioni.
I socialisti vanno male, per loro è un disastro, ma annunciato e forse di proporzioni meno gravi del previsto. Sono primi in tre regioni (Corsica compresa) e potrebbero anche spuntarla nell’Ile-de-France, dove sono secondi ma dove la sinistra ecologista e il fronte delle sinistre ottengono percentuali alte. Certo è che per il PS la linea dura anti-terrorismo, l’unità di una sinistra che dichiara lo stato d’emergenza senza riflettere sulle conseguenze (e facendo le stesse cose che avrebbe fatto la destra), non ha pagato: forse ha fatto perdere qualche voto, probabilmente non ne ha fatti guadagnare.
A Parigi le liste di sinistra arrivano in testa, segno che la città non è stata presa dal panico oltre misura. La sindaca socialista Anne Hidalgo ha scritto su Facebook: «Mi felicito con la città che è rimasta fedele ai suoi valori e faccio appello ai cittadini affinché si raddoppino gli sforzi per il secondo turno».
La sinistra del Front de Gauche e ambientalista esiste ma non approfitta del calo di consensi del PS. Il FN in queste settimane aveva invece guadagnato 4-7 punti nei sondaggi. L’ISIS, insomma, è ancora una volta il miglior alleato dell’estrema destra.
Resta un fatto importante: se i socialisti hanno come leader un vecchio segretario di partito che ha vinto le primarie in quanto ripiego (e con il voto dell’apparato) e i Repubblicani un leader che è già stato presidente e ha perso le elezioni, il Front National (pure un partito familiare) ha come leader una donna, come astro nascente una donna di 25 anni e come vice segretario e stratega un 34enne omosessuale. Se ve lo avessero detto 10 anni fa non ci avreste creduto.
Due protagonisti della vittoria del Front National Marion Marechal-Le Pen e Florian Philpot
Marion Marechal-Le Pen non le manda a dire. «L’Islam radicale ha preso piede in certe aree della Francia grazie all’immigrazione di massa. Questo ha creato francesi che prendono le armi contro il Paese che li ha accolti. Dobbiamo ripensare le politiche in termini di controllo dei confini e di acquisizione della nazionalità e ridimensionare i flussi migratori se vogliamo che le cose non peggiornio». Semplice e chiaro: nata nell’anno del crollo del Muro di Berlino, nipote di Marine, è il suo opposto. Marine è una politica vecchio stile, comiziante e popolare, ma tutto sommato più moderna nella visione del futuro. Marine è divorziata e si circonda di gente diversa e poco affine alla cultura nazionale e fascistoide che il partito ha sempre avuto (qui sotto parliamo di uno dei suoi consiglieri come un esempio).
Marion è meno abile in piazza e più brava in Tv (ha demolito l’ex premier centrista Alain Juppé, attuale sindaco di Bordeaux in un dibattito), è più religiosa, tradizionale, nazionale e fondamentalmente di destra. Se Marine ha diversi omosessuali nel suo cerchio magico – e anche grazie a questi ha saputo dare un’immagine digeribile al partito, Marion è una crociata contraria al matrimonio omosessuale. Se Marine ha avuto uno scotro feroce con il padre per la natura del partito, Jean Marie ha sempre detto di avere un debole per Marion. Se una raccoglie il voto della sinistra ex operaia delusa che si sente abbandonata – il Nord-pas-de-Calais, appunto – l’altra raccoglie il voto tradizionale del partito, la destra conservatrice, il voto anti-immigrati del Sud.
La25enne parigina è candidata qui, dove un tempo si candidava il nonno, usa la stessa retorica, ma lo fa senza una benda sull’occhio e usando argomenti di xenofobia nuovi anziché vecchi (e mettendo da parte l’antisemitismo e la rozzezza el nonno). E a giudicare dal 42% preso la cosa funziona.
“Nous sommes prêts !” #AvecMarion pic.twitter.com/5nx4xNaH45 — Marion Le Pen (@Marion_M_Le_Pen) 6 Dicembre 2015
L’altro trionfatore (oltre alla famiglia Le Pen) della serata è probabilmente Florian Philipot, il 34enne stratega di Marine e del moderno FN, che per anni ha scritto i discorsi di Marine, che non è particolarmente ossessionato dall’immigrazione, ma vede nel ritorno alla sovranità nazionale il centro del discorso politico del FN. Giovane e omosessuale, è diventato il vicepresidente del partito dopo aver fatto non poca fatica per riuscire ad accreditarsi all’interno di un partito ostile. Ci è riuscito anche grazie a Marine, alla quale ha dato a sua volta una bella mano a partire dal 2009. Lei non era entusiasta all’idea di lavorare con un tecnocrate, ma tra i due la chimica ha funzionato benissimo.
Merci à tous les militants patriotes pour cette extraordinaire campagne de 1er tour ! Dimanche, aux urnes ! #ACAL pic.twitter.com/b0BaJZ2u6Y
— Florian Philippot (@f_philippot) 4 Dicembre 2015
Comunicatore e stratega, ma non un abile retore, è spesso in Tv, maneggia bene i social network e soprattutto i numeri. L’idea della sovranità nazionale – e quindi l’ostilità all’Europa – significa un ritorno allo Stato francese e al suo ruolo (il FN non è liberista e anche per questo ha raccolto consensi a sinistra). Alcune delle proposte del FN vengono non a casa rubricate come improbabili e totalmente contrarie alla linea di rigore europea. Un vanto per l’ex studente dell’Ecole Nationale de l’Administration, la fabbrica di alti funzionari di Francia.
Si dice che speri di finire a Matignon (il palazzo del governo) in caso di vittoria di Marine alle presidenziali. Intanto è in testa in Alsazia e Lorena. Ha commentato il voto dicendo: «Stanotte si è espresso un voto d’amore». Lo hanno preso in giro in parecchi.
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