La US Geological Survey ha registrato un terremoto superficiale di magnitudo 5.1 a circa 20 miglia dalla struttura di Punggye-ri, in Corea del Nord. Attività sismiche le hanno registrate anche le agenzie cinese e giapponese. E’ qui che il regime di Pyongyang aveva effettuato tre test nucleari. E la scorsa notte ne ha effettuato un quarto. O almeno così ha annunciato la televisione nazionale. L’annunciatore ha spiegato che si è trattato di un test di bomba all’idrogeno: «La Corea del Nord è stata costretta a sviluppare il suo arsenale nucleare a causa della politica ostile degli Stati Uniti – ha detto la Tv – Tuttavia, in quanto nazione pacifica, la Corea del Nord sarà responsabile e non userà il suo potere nucleare per prima e non trasferirà tecnologie ad altri. Siamo diventati una grande potenza nucleare». Il test giunge a due giorni dal compleanno del leader nordcoreano,
A dire il vero, l’Agenzia Meteorologica del Giappone ha detto che è improbabile che si sia trattati davvero di una bomba all’idrogeno, che sarebbe un salto di qualità dal punto di vista della capacità nucleare nordcoreana e avrebbe prodotto una scossa molto più grande. La scossa provocata dal test è in tutto simile a quelle rilevate nei test precedenti, quando si testava una “semplice” bomba atomica. Non si tratterebbe insomma di un salto in avanti nello sviluppo di un’arma più potente.
Nonostante fossero quasi tre anni che Pyongyang non effettuava esperimenti come quello di ieri, l’esplosione non è una sorpresa: i satelliti sopra il Paese avevano individuato attività di scavo di un tunnel attorno al sito del test. Il test del 2013 era stato condanato come una violazione dal Consiglio di sicurezza Onu, dove siede anche la Cina, migliore alleato di Kim.
Il test è comunque una violazione delle risoluzioni Onu e degli accordi internazionali, ma è difficile capire come sanzionarlo. La Corea è già piuttosto isolata e non sarà la condanna di Stati Uniti e Giappone a far fare un passo indietro a Kim, a cui il programma nucleare serve soprattutto come forma di legittimazione interna e per avere delle carte da giocare nelle relazioni internazionali.
Il premier giapponese Shinzo Abe ha condannato il test come una «Seria minaccia alla sicurezza nazionale», cosi pure gli americani. Pyongyang sta tra l’altro continuando a testare missili balistici lanciati da sottomarini. La Corea non ha ancora la tecnologia per riuscire, ma la direzione è quella ed è preoccupante per via dell’imprevidibilità del regime.