Anno nuovo, disco nuovo. Nada Malanima inaugura il 2016 con un album che potrete ascoltare dal 15 gennaio, quando sarà dato alle stampe per Santeria/Audiogolbe. Le dieci tracce di L’amore devi seguirlo, le ha cucite una a una, testi e musica, parola dopo parola e nota dopo nota. Come un’artigiana, dentro il suo casale in Maremma, dopo anni di collaborazioni e sinergie con la crème della musica indipendente italiana, questa volta Nada sfodera un’opera tutta sua. Partendo da una pre-produzione casalinga registrata sul Garage Band di un portatile e che mantiene nel disco finito – registrato in Maremma da Nada e Gerri Manzoli e nel ferrarese da Manu Fusaroli al Baricentro di Produzioni Musicali Natural HeadQuarter di Corlo – un suono etereo, di accompagnamento alla sua voce e alle sue parole. È l’album della maturità?, le chiediamo, provando a scherzare sulla sua lunga carriera. E lei rilancia divertita: «Non so se si è mai maturi abbastanza!». Sembra sempre di parlare con la ragazzina di “Ma che freddo fa”, quando si conversa con Nada. E invece ha all’attivo 20 album, 12 raccolte, 3 libri, numerose performance teatrali. Insomma, in 47 anni di carriera si è fatta da conoscere da cinque generazioni. Ed è in arrivo anche il quarto libro, atteso per il mese di aprile, anche questo si preannuncia come una piccola svolta. Dopo tre opere autobiografiche, sarà l’esordio di romanziera a tutto tondo. «Certo, ci saranno i miei sentimenti, le mie idee e i miei pensieri. Ma sarà una storia che non è la mia».
Nada, abbiamo già potuto ascoltare i primi due singoli nel 2015, “Non sputarmi in faccia” e “La bestia”. La scelta di offrire degli assaggi prima del disco intero è un modo di andare incontro all’ascolto?
Un po’ è stato un modo di diluire il lavoro. E poi, spesso, non tutte le canzoni di un album si ascoltano con attenzione, magari così c’è la possibilità di conoscere più a fondo cosa c’è dentro. D’altra parte adesso si brucia tutto così velocemente…
L’amore devi seguirlo, hai titolato. A te l’amore dove t’ha portato?
Ancora non so dove mi porterà (ride). Parlo dell’amore in senso universale, che è il motore della nostra vita, inteso come passione, attenzione alle cose e alle persone, l’aver cura. Ecco, in questo senso canto e parlo d’amore. Un po’ del resto come faccio io in tutte le mie giornate. Direi comunque che l’amore mi ha portato a essere quella che sono, ma non chiederti come… che non saprei dirti come sono! Diciamo che ci porta tutti avanti, che ci fa esistere e dà un senso a questa vita che tante volte pare che un senso non lo abbia.
Continua sul n. 2 di Left in edicola dal 9 gennaio 2016