«A causa della copertura mediatica abbiamo finito quasi tutti i nostri prodotti e siamo indietro con gli ordini. È una buona notizia per le sorelle, un po’ meno per i nostri clienti, con i quali ci scusiamo». Le Sisters of the Valley sono due “suore” della California e i loro affari vanno bene. Se non fosse per quelle maledette autorità comunali che vogliono impedire loro di coltivare marijuana.
Già, le Sorelle – che sono un improbabile ibrido religioso femminista non affiliato a nessuna congregazione religiosa – coltivano marijuana a scopo terapeutico e con quella producono anche cosmetici. La California è uno degli Stati dove la coltivazione a scopo terapeutico è consentita e le suore hanno deciso di lanciarsi sul mercato. Ottenendo un discreto successo e attirando l’attenzione dei media. Bel guaio: il municipio e la contea hanno infatti deciso che, nonostante le leggi statali e una certa rilassatezza da parte dell’FBI nel perseguire quello che è un reato in alcuni luoghi ma resta reato federale, sul suo suolo l’erba non si può coltivare. Nemmeno se a farlo non sono gang di latinos ma un due specie di religiose piuttosto sui generis.
Attenzione, l’erba delle Sisters of the Valley non contiene grandi quantità di THC, la sostanza attiva e proibita, e contiene molto cannabidiolo, che è invece la sostanza ritenuta terapeutica. Ma la città di Merced sta cercando lo stesso di fermarle. All’inizio di gennaio, l’assemblea legislativa comunale ha introdotto un’ordinanza che vieta la vendita e la coltivazione di marijuana medica utilizzando un errore nella scrittura della legge della California sulla marijuana terapeutica. Una legge fatta apposta per colpire le sorelle. O almeno così sostiene sorella Kate, fondatrice dell’attività. «Qui portiamo ricavi, esportiamo dalla contea e facciamo economia, paghiamo tasse e diamo lavoro fornendo ai figli della Terra prodotti della Terra». Sono diventate famose in rete e oggi protestano contro l’idea che la loro attività venga sospesa con una petizione su Change.org.
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