Il Pd a Bologna è sostenuto dalla classe dirigente, ma il vero avversario di Merola sarà l’astensionismo. Con un M5s inconsistente, la protesta si coagula attorno alle liste civiche. E nasce «Podemos al ragù»

«Stavolta si va al ballottaggio». È questa la sensazione più diffusa a Bologna. Complice il vertiginoso astensionismo delle scorse Regionali (63%), torna a vacillare il predominio “rosso”, percepito come lontano e impantanato negli interessi di multi utilities e cooperative, anch’esse in difficoltà – tale da non poter più garantire l’antico benessere lavorativo (e portatore di voti). Successe già nel 1999, con il candidato civico Giorgio Guazzaloca. Dopo di lui, il centrosinistra ha tentato di riemergere con l’ex sindacalista Sergio Cofferati, e invece è iniziato il declino. Delbono ha fatto il resto e l’attuale sindaco Virginio Merola ha tentato di rimediare. Eppure la sua ricandidatura, Merola, se l’è dovuta sudare, non essendo annoverabile fra i renziani doc – al contrario del governatore Stefano Bonaccini, lui sì fra i convertiti della prima ora. Dopo un lungo tira e molla con la dirigenza nazionale, due sondaggi hanno scritto la parola fine segnando il gradimento di Merola leggermente sotto il 50%. Secondo il Sole24ore, poi, a gennaio il sindaco uscente ha portato a casa il 49,5 per cento: +5% rispetto all’anno scorso e -1% rispetto al 2011 (anno della sua elezione).
Nell’ultimo anno, con una serie di mosse, il primo cittadino felsineo ha tentato di avvicinarsi a quella sinistra “sempreverde” sotto le Due Torri, fatta di sindacati, lavoratori, centri sociali e movimenti civili. Ma a nulla gli sono valse l’istituzione del registro per unioni civili, o riallacciare l’acqua agli occupanti delle case sfitte, se non una denuncia da parte della Procura di Bologna. Tuttavia, «Merola può dormire fra due guanciali», rassicura il politologo Piero Ignazi. Il motivo? «La totale assenza di competitori». Senza infamia e senza lode. Ma, in fondo, fa notare il professore, Merola un merito lo ha: «È l’unico a non aver commesso errori: la sua è una amministrazione sana, non coinvolta in nessuno scandalo. Che in Italia, è abbastanza raro».
Attorno al sindaco, brulicano le liste civiche. C’è quella che prova a raccogliere il “sociale” per offrirlo in sostegno al sindaco e al suo assessore prodiano Amelia Frascaroli. E c’è la più organizzata e antagonista Coalizione civica per Bologna, che tiene insieme un arcobaleno di provenienze: cittadini, attivisti di movimenti e centri sociali, delusi di Sel, del M5s (a Bologna, sono una folta schiera) e naturalmente del Pd. […]


 

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Impicciarsi di come funzionano le cose, è più forte di lei. Sarà per questo - o forse per l'insanabile e irrispettosa irriverenza - che da piccola la chiamavano “bertuccia”. Dal Fatto Quotidiano, passando per Narcomafie, Linkiesta, Lettera43 e l'Espresso, approda a Left. Dove si occupa di quelle cose pallosissime che, con suo estremo entusiasmo invece, le sbolognano sempre: inchieste e mafia. E grillini, grillini, grillini. Dalla sua amata Emilia-Romagna, torna mestamente a Roma, dove attualmente vive.