Una volta Metternich disse dell’Italia: «È una questione geografica». Ebbene, lo stesso si potrebbe dire dell’Europa, alla luce degli ultimi muri e delle frontiere chiuse ai migranti. È questo il filo della cover di Left in uscita il 6 febbraio, aperta da un quadro storico-politico del direttore Corradino Mineo. Da una parte, i nodi dell’oggi che il premier Renzi si trova costretto a sciogliere, nella fragilità del suo governo, tra l’inflessibilità tedesca e la crisi degli Stati nazionali, dall’altra, il peso dell’eredità di uomini come Altiero Spinelli, ma anche più vicini a noi, di Francois Mitterand e Helmuth Kohl che volevano costruire una casa comune europea. Left racconta poi con focus specifici i conflitti e le crisi: Londra e la tentazione del Brexit, la sfida di Budapest e l’Est europeo che si chiude sempre di più, quelle infinite sei miglia tra Turchia e Grecia, ormai rotta di tragedie umane e la trappola per profughi che sta diventando la Grecia, una volta abolito il trattato di Schengen. Infine un intervento di Zygmunt Bauman che sostiene la necessità di «rimettere al centro la dignità umana, combattendo l’ignoranza».
C’è un grande problema da risolvere a Sud. È l’Ilva di Taranto per la cui acquisizione stanno scadendo i termini. Left fa il punto raccontando cosa si muove dietro le cordate di imprenditori interessati al tempio dell’acciaio italiano. «No, no. Le primarie no. Ne ho fatte abbastanza»: uno scrittore, Tito Faraci, parla della Milano che domenica voterà il candidato per il centrosinistra. Che cosa significa produttività? Lo spiega Marco Craviolatti: l’Italia è in ritardo rispetto agli altri Paesi europei: da noi si spreme il lavoratore ma non si pensa all’innovazione. E tanto per capire come si muovono le imprese, un focus sull’Ericsson dove si fa il gioco dei tre contratti…
Un anno dopo l’attacco di Boko Haram Left compie un viaggio tra le strade e la gente di Diffa, la città del Niger funestata dai “terroristi neri”. Intanto l’Italia si appresta a prender parte all’intervento militare in Libia ma sono troppe le incognite tra l’avanzata dell’Isis e la debolezza degli interlocutori locali. Le primarie democratiche negli Usa si fanno incandescenti e Left racconta le potenzialità di Bernie Sanders e le debolezze di Hillary Clinton. Come stanno gli Stati Uniit? Un ritratto d’artista è quello fatto da Quentin Tarantino, con il film The Hateful eight, in cui il re del pulp, tra razzismo e spargimenti di sangue, racconta l’America di oggi. E ancora: il fumetto attraverso le voci di cinque disegnatrici, mentre per la scienza la ricerca della materia oscura con il satellite cinese Wukong. Infine, per gli spettacoli, l’incontro con due cantanti: il baritono Leo Nucci e l’ultimo fenomeno del pop italiano, Calcutta.
Dove va l’Europa dei muri se Schengen va in pezzi
Il nuovo numero di Left in edicola sabato 6 febbraio e tutto quello che potete trovarci dentro