I funzionari olimpici che stanno organizzando le olimpiadi a Rio De Janeiro per quest'estate hanno identificato 43 candidati per formare una squadra di atleti rifugiati. «Questi rifugiati - hanno dichiarato i membri del Comitato Olimpico Internazionale di Rio 2016 - non hanno una nazionale in gara della quale far parte, non hanno una bandiera né un inno nazionale con i quali sfilare all'apertura dei giochi. È per questo che abbiamo deciso di dare il benvenuto a questi atleti rifugiati per farli partecipare alle Olimpiadi con la bandiera delle Olimpiadi e accompagnati dall'inno ufficiale dei Giochi Olimpici». Tre dei potenziali atleti sono stati identificati a dicembre mentre percorrevano, assieme a un'ondata di altri migranti, la rotta che dalla Siria e altri Paesi colpiti dalla guerra porta verso l'Europa. Altri invece provengono da alcuni campi profughi spari in vari stati dell'Ue. «Vogliamo dare un messaggio di speranza - ha dichiarato Thomas Bach il presidente del Coi - per tutti i rifugiati del mondo». Per il momento non sono stati forniti ulteriori dettagli sulla nazionalità dei membri del team, o sulle discipline sportive nelle quali gareggeranno. Nella foto in evidenza: Thomas Bach, presidente del Comitato Olimpico Internazionale (Coi) nel corso di una visita al campo Eleonas di Atene, che ospita per lo più rifugiati afghani e iraniani

I funzionari olimpici che stanno organizzando le olimpiadi a Rio De Janeiro per quest’estate hanno identificato 43 candidati per formare una squadra di atleti rifugiati. «Questi rifugiati – hanno dichiarato i membri del Comitato Olimpico Internazionale di Rio 2016 – non hanno una nazionale in gara della quale far parte, non hanno una bandiera né un inno nazionale con i quali sfilare all’apertura dei giochi. È per questo che abbiamo deciso di dare il benvenuto a questi atleti rifugiati per farli partecipare alle Olimpiadi con la bandiera delle Olimpiadi e accompagnati dall’inno ufficiale dei Giochi Olimpici». Tre dei potenziali atleti sono stati identificati a dicembre mentre percorrevano, assieme a un’ondata di altri migranti, la rotta che dalla Siria e altri Paesi colpiti dalla guerra porta verso l’Europa. Altri invece provengono da alcuni campi profughi spari in vari stati dell’Ue. «Vogliamo dare un messaggio di speranza – ha dichiarato Thomas Bach il presidente del Coi – per tutti i rifugiati del mondo».
Per il momento non sono stati forniti ulteriori dettagli sulla nazionalità dei membri del team, o sulle discipline sportive nelle quali gareggeranno.

Nella foto in evidenza: Thomas Bach, presidente del Comitato Olimpico Internazionale (Coi) nel corso di una visita al campo Eleonas di Atene, che ospita per lo più rifugiati afghani e iraniani